La Kawasaki Z 650 è spinta da un motore bicilindrico frontemarcia da 645 cm³ Euro 5, capace di esprimere una potenza (rilevata) di 60,3 CV alla ruota.
Leggera e compatta
Il telaio è a traliccio in tubi, di acciaio come il forcellone a “banana”. La forcella convenzionale ha steli da 41 mm metre il monoammortizzatore è regolabile nel precarico. Efficaci i freni con i dischi da 270 mm all'anteriore con profilo a "margherita", mentre al posteriore "lavora" un disco da 220 mm. Nella dotazione di serie ritroviamo la valida frizione antisaltellamento (evita il bloccaggio della ruota posteriore in scalata) e il cruscotto TFT con schermo da 4,3", in grado di connettersi via Bluetooth allo smartphone tramite la app Rideology (fornita gratuitamente da Kawasaki). Il peso dichiarato è di 188 kg in ordine di marcia, l'interasse contenuto in 141 cm e la capacità del serbatoio è di 15 litri.
Rapida e precisa tra le curve
Il serbatoio è corto, le pedane un po’ arretrate e il manubrio vicino al pilota è un po’ stretto: insomma, si sta raccolti, ma fino a un metro e 80 di altezza si sta bene. Su strada la Z 650 sembra più leggera di quanto sia in realtà, grazie anche alle doti del bicilindrico: fluido ai bassi regimi, bello pronto ai medi, a circa 6.000 giri tira fuori gli artigli (e qualche vibrazione sul manubrio) allungando deciso fino a 8.000 giri. La ciclistica è godibile: svelta nel traffico, manovra in poco spazio mentre tra le curve è rapidissima, precisa nel disegnare le traiettorie e mai “nervosa”. Solo nelle frenate aggressive si vorrebbe una forcella più sostenuta perché “affonda” rapida. Preciso il cambio, rapido e morbido negli innesti, perfettamente dimensionata la frenata, potente e sempre modulabile.
Perché sì
Il peso contenuto e le dimensioni raccolte, si apprezzano sia nella guida tra le curve che nelle manovre da fermo
La posizione di guida comoda e facile soprattutto per i piloti di "piccola taglia": la sella bassa da terra e il serbatoio stretto facilitano l'appoggio dei piedi a terra
Il bicilindrico vigoroso ai bassi e medi regimi
Perché no
Le vibrazioni a velocità sostenuta, si sentono sulla sella e al manubrio
Il comfort di marcia per i piloti sopra il metro e 80 che faticano a posizionare le ginocchia negli incavi del serbatoio
La forcella: "sostiene" discretamente anche nella guida sportiva ma nelle frenate decise tende ad "affondare" un pò troppo