È uno dei “classici” del listino della casa taiwanese, sfodera pedana piatta e larga con doppio gancio portaborse, sella pilota bassa, poggiaschiena per il passeggero, spazio abbondante per le gambe e tappo del serbatoio nel retroscudo che permette di fare rifornimento rimanendo seduti. Il motore è un moderno monocilindrico 4 tempi raffreddato a liquido, potente quanto basta per cavarsela anche su brevi tratti in autostrada o tangenziale.
Non manca nulla
Apprezzabili anche il cruscotto “ricco” (anche se la grafica è vecchiotta), il doppio cavalletto, i poggiapiedi passeggero a scomparsa e il parabrezza di discrete dimensioni. Il vano sottosella invece è lungo ma poco profondo: può caricare solo un casco integrale. Le ruote sono di piccole dimensioni (13 pollici davanti, 12 dietro), i freni sono a disco.
Sospensioni rigide
La pedana è vicina alla sella e costringe chi è sopra il metro e 75 a guidare con le gambe rannicchiate. Il motore non è un fulmine in partenza e trasmette qualche leggera vibrazione ai medi regimi, ma si fa apprezzare per l’erogazione fluida e i consumi ridotti. Pur essendo piuttosto lungo (oltre due metri) il Joyride se la cava molto bene nel traffico, grazie all’ottimo raggio di sterzo e al manubrio alto e largo che facilita il controllo nelle manovre. Il parabrezza protegge bene la testa, ma lascia le spalle scoperte. Le sospensioni sono rigide: attenzione a non passare un po’ troppo “allegri” nei tratti di strada rovinati, la schiena ne risente. Bene la frenata, l’ABS è tarato con precisione, ma per ottenere il massimo la leva dell’anteriore va strizzato a dovere.
Perché sì
La pedana piatta è ampia e permette di caricare anche oggetti voluminosi, lo spazio per i piedi è quindi abbondante.
La sella è ampia e molto comoda è anche bassa: permette di poggiare i piedi a terra con sicurezza, i più alti però si trovano a guidare con le gambe un po’ troppo piegate.
Se la cava molto bene nel traffico, grazie all’ottimo raggio di sterzo e al manubrio alto e largo che facilita il controllo nelle manovre.
Perché no
Il vano sottosella è lungo ma poco profondo, ci sta comunque un casco integrale o due piccoli jet.
Il parabrezza di serie è stretto: le spalle restano “scoperte” in velocità.
Le buche si sentono per bene, le ruote piccole e le sospensioni rigide limitano il confort. Sui pavé è meglio procedere senza fretta…