Il motore a quattro cilindri è basato su quello della RR, a fasatura variabile ShiftCam e con condotti di aspirazione a lunghezza variabile. In questa versione è arrivato a una potenza di 210 CV a 13.750 giri (cioè 45 CV in più della S 1000 R). La coppia massima è di 113 Nm a 11.000 giri. Per migliorare la stabilità in velocità, nelle fiancate sono state montate due winglet che a 220 km/h generano un carico sulla ruota anteriore di 11 kg e per compensare il leggero aumento della resistenza aerodinamica c'è un deflettore davanti al quadro strumenti. Anche telaio in alluminio e sospensioni sono basati su quelli della S 1000 R; sulla “M R” la forcella a steli rovesciati di 45 mm Ø a cartuccia chiusa è “all black”, tutta nera, e vanta la possibilità di regolare il precarico in combinazione con il Dynamic Damping Control (DDC) di serie. La piastra superiore ha l’attacco del manubrio fresato e il manubrio stesso è più ampio di quello della S, sono nuovi i retrovisori e c’è un nuovo ammortizzatore di sterzo regolabile.
Controlla anche la derapata
Come sulla M 1000 RR anche qui ci sono freni M sviluppati con l’esperienza acquisita nel mondiale Superbike: due dischi di 320 mm Ø con pinze M anodizzate blu e una nuova pompa radiale; i cerchi sono in alluminio forgiato ma nel pacchetto optional M Competition sono disponibili anche quelli in carbonio.Il quadro strumenti con display TFT da 6,5” ha lo stesso design di quello della M RR e naturalmente c’è tutta l’elettronica che si può chiedere: quattro modalità di guida, Dynamic Traction Control (DTC) di ultima generazione con funzione di controllo dell’impennata, tre caratteristiche di risposta dell’acceleratore, freno motore con tripla regolazione della coppia di trascinamento in modalità “Race Pro”, quickshifter, launch control, Pit Lane Limiter e Hill Start Control Pro. In più c’è anche la nuova funzione Brake Slide Assist che facilita gli ingressi curva in derapata.
Motore potente ma sfuttabile
La posizione in sella alla M 1000 R è d'attacco, con il peso verso l'anteriore, caricato sui polsi. Il manubrio è largo, la sella spaziosa e le pedane piuttosto alte ma non troppo arretrate. Il quattro cilindri Shift Cam spinge a tutti i regimi ma è sfruttabile e la MR non disdegna neanche il "passeggio", mostrando una gestione del gas precisa anche alle basse andature, senza mai essere "scorbutica". Merito anche di un cambio piuttiosto "corto", ai bassi è rapida nel prendere i giri, ai medi l'erogazione si fa più "appuntita" ma è agli alti che si scatena (soprattutto in mappa Dynamic) mostrando doti di allungo impressionanti, difficili da sfuttare su strade aperte al traffico. Tra le curve la MR stupisce per velocità di ingresso e stabilità in percorrenza ed anche nei cambio di direzione è rapida. Morbido negli innesti e sempre preciso il cambio quick shift, potente ma facilmente gestibile la frenata.
Perché sì
Il quattro cilindri potentissimo ma sempre gestibile
L'elettronica di serie, completissima e con logiche di intervento quasi perfette
La guida, appagante tra le curve, efficace sia su strada che fra i cordoli
Perché no
Il prezzo è alto nonostante la dotazione tecnica e quella elettronica offerte di serie
Agli alti regimi si avverte qualche vibrazione su manubrio e pedane
L'assenza di riparo diventa un problema quando si superano le velocità "codice"