La Brutale 1000 (RS e RR) è spinta da un quattro cilindri in linea di 998 cm3. Ha la lubrificazione a carter semisecco, monta bielle in titanio e offre prestazioni da record: 208 CV a 13.000 giri per una velocità massima di oltre 300 km/h.
Elettronica da Superbike
Per tenere la Brutale incollata all’asfalto ci sono delle appendici aerodinamiche ai lati del radiatore che “caricano” l’avantreno superati i 200 km/h. La centralina EM2.0 gestisce l’acceleratore elettronico, le mappe motore (Sport, Race, Rain, Custom) e la piattaforma inerziale IMU che gestisce il controllo di trazione (regolabile su 8 livelli e disinseribile) di tipo cornering. Il telaio è la classica “struttura mista” MV (traliccio in tubi di acciaio e piastre laterali in alluminio), le sospensioni sono completamente regolabili sulla RS mentre la RR sfoggia le Öhlins Smart-EC a regolazione elettronica semiattiva. La frenata è affidata ad un impianto Brembo con pinze monoblocco Stylema all'anteriore.
Per sfruttarla ci vuole il "manico"
La posizione di guida è d'attacco ma non estrema, con i manubri alti e la sella ben imbottita. Il quattro cilindri spinge forte ma con la mappa più “docile” l’erogazione è un po’ ruvida ai bassi e la risposta del gas a volte imprecisa. Il difetto scompare passando ai riding mode più sportivi e sfruttando il motore a fondo: ma ci vuole il “manico” per farlo, perché la supernaked di Schiranna con queste mappature diventa Brutale di nome e di fatto, gestibile solo grazie all’elettronica. La ciclistica comunque è ottima: in curva è sempre precisa e stabile e l’assetto non estremo rende la RS facile da gestire anche nei rapidi cambi di direzione. Poco preciso il quickshift ai bassi regimi, meglio agli alti. Ottima la frenata, potente e modulabile.