Questa endurina/motard è dotata di un vivace monocilindrico due tempi con avviamento solo a pedivella e raffreddamento a liquido. La ciclistica è di qualità: al telaio a doppio trave in acciaio sono abbinate una forcella a steli rovesciati e un forcellone in alluminio con monoammortizzatore dotato di leveraggi progressivi. Per quanto riguarda la frenata troviamo un bell’impianto a doppio disco, con pinze ad attacco assiale. La sella però non è delle più basse, la Senda va bene soprattutto a piloti di statura medio-alta. Il peso contenuto, i fianchi stretti e il manubrio alto e largo la rendono però facile da manovrare anche a chi non poggia perfettamente i piedi a terra. Il motore è fluido e regolare ai bassi, ma “tira fuori” il meglio agli alti regimi (trasmettendo purtroppo un po’ di vibrazioni su sella e manubrio). Su strada è stabile e sicura: le sospensioni digeriscono buche e pavé senza problemi, con la versione enduro sul bagnato bisogna fare un po’ di attenzione, perché la tenuta delle gomme tassellate non è perfetta, meglio non esagerare.
Quale scegliere
Tra le motard meglio scegliere la versione base che ha già tutto quello che serve per divertirsi.
Pregi e difetti
La dotazione tecnica è di qualità, la ciclistica ben a punto e la tenuta di strada è sempre sicura e precisa.
La sella è stretta, il motore ha poca spinta ai bassi e medi regimi e tira fuori tutto solo oltre i 7000 giri, trasmettendo però evidenti vibrazioni su pedane e manubrio.
Foto e immagini
Derbi Senda
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