È la piccola naked della casa francese Orcal che si ispira alle "classiche" degli anni 60'.
In perfetto stile "vintage"
Faro tondo, sellone con cuciture a vista, cruscotto analogico, forcella con soffietti parapolvere e abbondanti cromature: sono tanti i richiami al passato sulla Astor di Orcal, una piccola classica capace di attirare gli sguardi. Spinta da un monocilindrico di 124,6 cm3 raffreddato ad aria, la Astor fa della facilità di guida il suo miglior pregio. I 9,9 Cv espressi a 9.000 giri sono sempre facili da gestire e fanno della Astor una motoretta appetibile per i giovani alle prime armi e per il pubblico femminile grazie anche alla seduta posta a soli 78 cm da terra. La ciclistica può contare su un solido telaio in acciaio, forcella idraulica con steli da 37 mm e doppio ammortizzatore, privi di regolazioni. La frenata è assicurata da un disco all'anteriore (da 300 mm) e uno al posteriore (da 220 mm). Non c'è l'ABS (non obbligatorio sui 125) ma è presente il sistema di frenata combinata CBS.
Per la città e il "passeggio"
In sella alla Astor si sta comodi, il sellone abbondante e basso accoglie senza problemi piloti di ogni taglia mentre il manubrio largo e le pedane quasi perpendicolari rendono la posizione di guida "naturale". Il monocilindrico ha poca grinta, per sfruttarlo a dovere bisogna "lavorare" parecchio con il cambio e agli alti regimi le vibrazioni su manubrio e pedane si fanno insistenti. Meglio non avere fretta e anche tra le curve adottare la guida "rotonda" che piace alle classiche e permette di sfruttare al meglio le sospensioni che hanno una taratura "turistica" che predilige il comfort di marcia e non fa saltare su buche e pavè. Bene la frenata, ben dimensionata a peso e potenza della Astor anche se il posteriore va azionato con decisione, senza però arrivare mai al bloccaggio. Preciso il cambio con solo qualche difficoltà nel trovare la folle da fermi.
Perché sì
È una moto ben fatta offerta ad un prezzo concorrenziale
Ha una posizione di guida comoda ed è "accogliente" grazie alla seduta bassa
La facilità di gestione di motore, cambio e freni, a prova di "neofita"
Perché no
Le prestazioni del monocilindrico, poco grintoso soprattutto ai bassi regimi
Le vibrazioni che accompagnano il salire dei giri del motore e "consigliano" di non insistere col comando del gas
Il freno posteriore va azionato con decisione