125: Semplice e robusta
Il cuore della Tracker 125i invece è un monocilindrico 4 tempi raffreddato ad aria, robusto e con bassi consumi. Il telaio è a culla chiusa in tubi d’acciaio, la forcella a steli rovesciati da 51 mm è regolabile nel precarico e il monoammortizzatore è collegato al forcellone (sempre in acciaio) tramite leveraggi progressivi. I cerchi a raggi sono da 18 pollici davanti e da 17 dietro con gomme tassellate. La frenata è affidata a una coppia di dischi a margherita da 265 mm davanti e 210 dietro, equipaggiati con sistema di frenata integrale CBS che ripartisce la forza su entrambi i dischi azionando una solo comando. Il cambio è a 5 rapporti, la trasmissione finale a catena.
Come va la 125
La posizione di guida è stranamente “d’attacco”, grazie al manubrio leggermente basso rispetto a quello delle scrambler tradizionali: il risultato è che il pilota si trova leggermente caricato in avanti, con un’impugnatura larga che migliora il controllo totale della ruota anteriore. In effetti la Tracker si guida bene, soprattutto nel misto stretto dove il peso contenuto e le dimensioni compatte garantiscono inserimenti in curva rapidi e sicuri. Il motore ha un vocione aggressivo, ma non è per nulla “cattivo”, spinge con scarso vigore ai bassi regimi e si sveglia un po’ agli alti, ma se non altro l’erogazione è regolare e non mette mai in difficoltà il pilota, nemmeno se è alle prime armi.
Una 250 di sostanza
A spingere la Tracker 250 troviamo un motore monocilindrico raffreddato a liquido di 249 cm3 capace di erogare una potenza massima di 27 CV, accoppiato a un cambio a 6 marce. Il telaio è sempre a doppia culla in tubi d’acciaio, abbinato a una forcella a steli rovesciati e a un monoammortizzatore regolabili entrambi nel precarico. L’impianto frenante (dotato di ABS ben tarato) vede al lavoro due dischi con profilo a margherita: sull’anteriore “lavora” una pinza a due pistoncini, mentre quella posteriore è a singolo pistoncino. Completano la dotazione le ruote a raggi con cerchi da 18” davanti e 17” dietro, gomme semi tassellate e un cruscotto analogico piccolo e ridotto all’osso dove vengono fornite solo le informazioni indispensabili.
Come va la 250
In sella alla Tracker si sta comodi: il manubrio alto e largo permette un buon controllo dell’avantreno, mentre la sella a 82 cm da terra può creare qualche difficoltà a chi è sul metro e settanta. Il motore 250 spinge con grinta e allunga corposo fino ai regimi medio-alti, accompagnato però da qualche vibrazione su pedane e serbatoio. Nel traffico cittadino si muove agile e leggera, le sospensioni digeriscono anche le buche più profonde. Fra le curve invece le gomme tassellate impongono una guida “rotonda”: se si forzano le traiettorie, l’avantreno diventa impreciso. Migliorabile la frenata: all’anteriore avremmo preferito un po’ più di grinta. In fuoristrada, meglio limitarsi a sterrati leggeri e poco impegnativi.
Perché sì
Consumi: contenuti a tutte le andature, i motori Vervemoto sono poco assetati.
Le prestazioni della 250 sono abbastanza brillanti. Ci si diverte parecchio anche nelle gitarelle fuoriporta
Ciclistica: curata ed efficace in curva si va precisi e si possono affrontare anche sterrati leggeri.
Prezzo abbordabile e le finiture sono comunque più che soddisfacenti
Perché no
Riserva: solo mezzo litro, i più distratti rischiano di rimanere a piedi
Strumentazione: analogica e fin troppo spartana manca l'indicatore della benzina
Passeggero: anche se la moto è omologata per due lo spazio sulla sella è scarso, meglio evitare traggiti lunghi in coppia
L'impianto frenante non è dei più potenti