Le linee sono aggressive, mentre il motore e la ciclistica sono gli stessi della sorella carenata R 125. A livello estetico troviamo un frontale con luci a led, un bel serbatoio da 10 litri con convogliatori laterali e un codino corto. Nella meccanica invece risalta il raffinato monocilindrico da 124 cm3 dotato di fasatura variabile, con una potenza dichiarata di 15 CV “pieni” (come impone la legge per le 125 guidabili con patente A1 oppure B) ottenuto a 9000 giri e una coppia massima di 11,5 Nm a 8000 giri. Il cambio a sei marce è abbinato a una frizione di tipo antisaltellamento.
Ciclistica di qualità
Il telaio Deltabox in acciaio è stato sviluppato per centralizzare le masse e migliorare il comportamento tra le curve. A livello di sospensioni troviamo una forcella con steli rovesciati da 41 mm e un monoammortizzatore non regolabile. Da notare anche la nuova gomma posteriore da ben 140 mm di sezione. L’impianto frenante all’anteriore propone un grande disco da 292 mm, sul quale lavora una pinza a doppio pistoncino ad attacco radiale mentre dietro c’è un disco da 220 mm con pinza a singolo pistoncino.
Il cruscotto sfrutta un display lcd in negativo che offre tutte le informazioni necessarie, tra cui gli indicatori della marcia inserita e del livello del carburante.
Posizione ok fino a 1,80 m
La posizione di guida è “d’attacco” ma tutto sommato comoda, grazie al serbatoio che lascia spazio per le gambe (solo chi supera 1,80 m le deve piegare parecchio). La sella però è poco imbottita e si avvertono vibrazioni dai 6000 giri in su. Il monocilindrico 125 a fasatura variabile Yamaha è il motore di riferimento della categoria, ha una spinta notevole a tutti i regimi e un allungo grintoso fino alla zona rossa a 10.000 giri. Su strada la MT-125 è divertentissima, divora le curve ma è sempre sicura e ben bilanciata. Le sospensioni hanno una taratura azzeccata per la città e “sostengono” bene quando si guida allegri. Ok la frenata con ABS, ma la leva dell’anteriore va strizzata per farlo lavorare bene.
Perché sì
Il prezzo è onesto per una moto ben fatta e curata nelle componenti e nell’assemblaggio
Le sospensioni sono a punto sia davanti che dietro e non affondano in frenata o sul pavè
Il motore a fasatura variabile è tra i migliori della categoria, spinge deciso agli alti ma non delude nemmeno ai regimi medio bassi.
Perché no
Il comando del freno anteriore è un po’ spugnoso e va “strizzato” con decisione per sfruttare a fondo la potenza dell’impianto.
Le gomme di serie fanno sentire i propri limiti nella guida più veloce.
Le vibrazioni si fanno sentire dai 6.000 giri in su.
La sella è poco imbottita, il comfort ne risente.