Anche la Streetfighter V4 è spinta (come la Panigale V4) dal formidabile quattro cilindri Desmosedici di 1.103 cm3 fissato al leggerissimo telaio Front Frame in alluminio. Impressionante il rapporto peso/potenza: i 189 CV (rilevati alla ruota) sono chiamati a "spingere" i soli 197 kg in ordine di marcia (ma senza il pieno) della Streetfighter V4, un vero missile senza carenatura.
Più lunga e stabile
Rispetto alla "sorella" carenata, le maggiori differenze riguardano il forcellone monobraccio allungato per aumentare l’interasse (1.488 mm contro i 1.469 mm della Panigale) e il manubrio più largo e rialzato, regolabile nella rotazione di 6 gradi. Le vistose “ali biplano” sono un tocco estetico di grande effetto, ma anche un elemento importante nella guida, perché generano un carico aerodinamico supplementare che arriva a ben 28 kg a 270 km/h. La dotazione elettronica è praticamente quella della Panigale V4, con il “pacchetto” Safe Performance composto da ABS Cornering, Traction Control DTC Evo 2, Wheelie Control, Quick Shift ed Engine Brake Control e tutti gli altri sistemi che permettono di tenere sotto controllo la “cavalleria”. per le sospensioni la Streetfighter V4 si affida ad una forcella Showa BPF (Big Piston Fork) con steli da 43 mm e un monoammortizzatore Sachs, completamente regolabili, mentre la versione S sfoggia sospensioni Ohlins. L'imianto frenante è firmato Brembo con dischi da 330 mm e pinze Stylema monoblocco all'anteriore.
Una sportiva... confortevole
La hypernaked Ducati ci ha stupiti perché è una moto “amichevole” e abbastanza facile da usare. Montando in sella si scopre una posizione di guida d’attacco ma comoda che permette a chiunque di sfruttarla e divertirsi, a patto che abbia un minimo di esperienza con le moto ad alte prestazioni, con una triangolazione sella-manubrio-pedane non “estrema”. In mappa Street la risposta al gas è “educata”. Più pronta alla risposta del gas ma molto equilibrata anche in modalità Sport, la più azzeccata e divertente combinazione tra freno motore, risposta dell’acceleratore e assetto. La Race invece è decisamente cattiva, va bene solo per chi cerca “emozioni forti”... ed è in grado di gestirle. I cambi di direzione e gli ingressi in curva sono rapidissimi: la Streetfighter “curva col pensiero” e non richiede un impegno fisico al pilota anche quando si va forte, grazie ad una ciclistica a punto e una corretta distribuzione dei pesi. Ottima la frenata, non troppo aggressiva nella prima fase ma con tanta potenza disponibile, impeccabile il cambio quickshift.