La nuova SMT 890 deriva dalla 890 Adventure ed è spinta dallo stesso motore bicilindrico parallelo di 899 cm³, per il quale vengono dichiarati 105 CV e 100 Nm di coppia. Telaio e forcellone sono prelevati dallo stesso modello, così come il codone e il faro anteriore. Le differenze tra i due modelli, come appare logico, riguardano soprattutto sospensioni, ruote e freni: nella Adventure adatti a un uso in fuoristrada, nella SMT rivolti all’asfalto. Sono WP Apex sia la forcella a steli rovesciati di 43 mm Ø con cartuccia aperta, sia il monoammortizzatore, entrambi completamente regolabili con una escursione ruota di 180 mm. I cerchi sono da 17” e montano pneumatici Michelin PowerGP. Anche i freni sono all’altezza della situazione: all’anteriore due dischi di 320 mm Ø con pinze radiali a quattro pistoncini, al posteriore un disco di 260 mm Ø con pinza a due pistoncini, e la possibilità di selezionare la modalità ABS Supermoto che esclude l’antibloccaggio sulla ruota posteriore e consente gli ingressi curva in scivolata.
Elettronica "sensibile"
L’elettronica di bordo prevede Traction Control e ABS Cornering sensibili all’angolo di piega, tre Riding Mode (Rain, Street e Sport) ai quali si può aggiungere la modalità Track optional, così come sono optional il Quickshifter+ bidirezionale e il Cruise Control; ci sono luci a LED e un nuovo quadro strumenti da 5” in vetro minerale con incollaggio ottico resistente ai graffi e antiriverbero. Nuovo anche il serbatoio, da 15,8 litri.
Efficace tra le curve
La posizione di guida è in stile motard, con la seduta a 86 cm da terra e il pilota ben caricato sull’anteriore, per sentire tutto ciò che comunica la ruota. Il serbatoio è più rastremato rispetto a quello della Adventure e favorisce gli spostamenti nella guida sportiva. Nel misto si viaggia veloci, complice anche un motore che ti “spara” letteralmente fuori dalle curve, con un vigore notevole; poi c’è il peso “contenuto” (col pieno sono circa 204 kg), che la rende parecchio svelta. Il tutto coadiuvato dagli eccellenti pneumatici di primo equipaggiamento che assicurano un grip pazzesco. Le decelerazioni, anche le più aggressive, sono gestite dall’ottimo impianto frenante della spagnola J.Juan, che ha potenza da vendere. Difetti? La seduta dura e il riparo dall’aria praticamente nullo.
Perché sì
Il bicilindrico potente il giusto ma con tanto vigore ai bassi e medi regimi
L'agilità nel misto e la precisione nell'impostare e mantenere la traiettoria
La frenata potente ma sempre facilmente gestibile
Perché no
Il comfort di marcia limitato dalla sella piuttosto dura e dal peso caricato sui polsi
Lo scarso riparo dall'aria fornito dal piccolo parabrezza
Il cambio quick shift e il cruise control offerti solo come optional