Il KRV è uno scooter sportivo che sfoggia un motore monocilindrico 4T, 4 valvole da 175 cm3, capace di erogare 17 CV a 8.000 giri/min, con una coppia massima di 15,6 Nm, disponibili a 6.250 giri/min. Il motore è in posizione avanzata e permette di montare un forcellone in alluminio derivato da quello dell'AK 550, una soluzione tecnica, spiega Kymco, che abbassa il baricentro, consente un miglior bilanciamento dei pesi e un'eccellente trazione. Da notare anche i due freni a disco a margherita, le sospensioni di tipo tradizionale (forcella telescopica e monoammortizzatore) e i cerchi da 13 pollici che calzano pneumatici da 110/70 all'anteriore e da 130/70 al posteriore. La trasmissione finale è a cinghia, il serbatoio è in grado di contenere 7,4 litri di benzina e il sottosella può caricare un casco integrale.
Elettronica ricca La casa taiwanese promette una grande facilità di guida, ottenuta grazie anche al peso in ordine di marcia di 143 kg e alla sella a 795 mm da terra. Molto ricca, per il segmento in cui andrà a posizionarsi, la dotazione di serie che comprende, oltre all'ABS obbligatorio, il controllo di trazione, l'avviamento con telecomando keyless, i fari full-led e la presa USB.
Rapido e grintoso
La sella è piuttosto ampia e ben imbottita, il manubrio è basso e vicino al corpo per favorire il controllo, ma la pedana è un po’ alta ed è migliorabile la protezione dall’aria. Il motore risponde pronto al comando del gas e al semaforo scatta con grinta: in accelerazione sembra quasi di avere tra le mani un 300. Su strada il KRV è incollato all’asfalto: il perfetto bilanciamento dei pesi, le ruote da 13”e il baricentro basso permettono di entrare in curva velocemente e di accelerare con maggiore sicurezza in uscita. La guida è molto divertente, anche fuori città, ma su buche e pavé la taratura rigida delle sospensioni limita il comfort. Il controllo di trazione e l’ABS sono invece ben tarati e si attivano solo quando è necessario. I freni sono potenti e ben dosabili: tirando a fondo i comandi ci si ferma in poco spazio.
Perché sì
Le prestazioni del monocilindrico. La dotazione elettronica ricca per un "200". L'agilità tra le curve e nel traffico. La frenata potente ma sempre gestibile.
Perché no
La mancanza di riparo per il busto. La taratura rigida delle sospensioni fa "saltare" su buche e pavè. Il cruscotto montato in basso, difficile da consultare.