Il classico telaio in tubi a doppia culla ospita un motore monocilindrico raffreddato a liquido con distribuzione bialbero in testa e quattro valvole, mentre le sospensioni sono di qualità all’anteriore c’è una forcella a steli rovesciati, dietro ci sono due ammortizzatori con serbatoi separati. L’impianto frenante sfoggia due dischi con profilo a margherita sorvegliati dall’ABS. Il cruscotto ha display da 7” e regolazione automatica della luminosità,
L’impianto frenante invece offre un disco anteriore da 280 mm con pinza radiale a 4 pistoncini e un disco posteriore da 220 mm con pinza a singolo pistoncino.
Niente vibrazioni
La posizione di guida leggermente caricata in avanti è comoda, anche per piloti con le gambe lunghe. Su strada la HPS è divertente: leggera ed equilibrata, scende in piega senza fatica e mantiene bene le traiettorie. L’erogazione del motore è fluida e non trasmette eccessive vibrazioni: è un po’ vuota sotto i 6000 giri, poi inizia a spingere con vigore inatteso e allunga senza incertezze fino alla zona rossa del contagiri.
Buona maneggevolezza
In città si apprezza parecchio la maneggevolezza, ma bisogna stare attenti all’ingombro degli specchietti. Azzeccata la taratura delle sospensioni, che digeriscono buche e pavé senza risultare cedevoli. Discreta la frenata, ma c’è l’ABS (anche sulla 125).
Perché sì
Le finiture sono curate nei dettagli e l’assemblaggio è ottimo, la moto ha un design elegante e di qualità.
Il cambio è fluido e non s'impunta neanche se “strapazzato”.
La HPS è bella da guidare e con una posizione di guida azzeccata. Agile e ed equilibrata in città, diverte sulle strade veloci.
Perché no
Lo spazio per il passeggero è scarso, per lui solo brevi tragitti da fare unicamente se strettamente necessario.
L’erogazione del motore (soprattutto quella del 125) è un po’ vuota sotto i 6.000 giri. Ai bassi regimi meglio non aspettarsi miracoli…
Freno posteriore: molto meno potente dell'anteriore e poco modulabile.