La Hoku è la nuova naked SWM caratterizzata da linee “spigolose” e dotazioni tecniche di alto livello. Due le cilindrate che sfruttano stesso telaio e stesse sovrastrutture: la 125 e la Hoku 400 bicilindrica.
Cambiano solo i motori
Le forme “spigolose” di cupolino e fiancate laterali ricordano un po’ quelle delle KTM Duke: sono simili in particolare il faro ribassato e il serbatoio. Osservandola col pilota a bordo però si vede che la SWM ha dimensioni nettamente più grandi e accoglie bene anche i piloti di alta statura. Il motore monocilindrico 4T da 124,7 cm3 e 15 CV “pieni” è lo stesso che SWM monta sulle sue 125 sportive RS/SM mentre la 400 è spinta da un bicilindrico di 378 cm3 con 4 valvole per cilindro, capace di 44 CV. Il telaio è a traliccio con piastre laterali, le sospensioni sono semplici ma efficaci: una forcella a steli rovesciati da 41 mm e un classico mono posteriore. L’impianto frenante controllato da un ABS a due canali di serie (una rarità tra le 125, obbligatorio invece sulla 400) sfrutta un disco singolo da 300 mm davanti e uno da 220 dietro, entrambi con profilo a margherita. Buona in generale la cura costruttiva e la componentistica: il cruscotto è un grosso schermo TFT da ben 7”, che si connette al cellulare via bluetooth e offre tantissime informazioni, compresa la pressione delle gomme e le luci sono "full Led".
In sella alla 125
In sella si sta comodi, la seduta è alta solo 79 cm e i fianchi stretti, per cui si tocca bene con entrambi i piedi. La posizione di guida è d’attacco ma non estrema, si è leggermente protesi in avanti con il manubrio bello largo e i comandi alla giusta distanza. Il monocilindrico è piuttosto pigro ai bassi regimi, ma superati i 4.000 giri si “sveglia” e sale rapido verso gli alti (accompagnato da qualche vibrazione su sella e pedane). Guidata sportivamente, la Hoku 125 si rivela precisa e divertente, agile nei rapidi cambi di direzione grazie alla corretta distribuzione dei pesi. Le sospensioni svolgono onestamente il loro lavoro: la forcella ha una taratura morbida e affonda un po’ troppo rapida all’inizio, ma offre comunque il giusto sostegno quando il ritmo si alza e si viaggia veloci. Adeguata la frenata, ma bisogna strizzare bene la leva.