La moto di Borgo Panigale è nata per rompere gli schemi: linee muscolose, gomme ultralarghe, indole sportiva. A metà tra un dragster e una cruiser, impressiona per la dotazione tecnica e il prezzo, non alla portata di tutte le tasche
La posizione di guida è corretta e azzeccata per questo tipo di moto, comoda e allo stesso tempo efficace nella guida sportiva. La Diavel 1260 S è "focosa" come le Ducati sportive: il suo bicilindrico fino ai 2.500 giri scalcia un po' (nonostante l'ottimo funzionamento della fasatura variabile riduca al minimo il problema), poi gira regolare per "esplodere" ai 5.000 giri e allungare cattivo fino ai 9.000 giri. Ha un motore dalla doppia anima che non va stuzzicato, specie in riding mode Sport, modalità nella quale eroga i suoi quasi 150 cavalli alla ruota, da vera Ducati. Per fortuna il controllo di trazione (DTC Evo) e l'anti-impennata (DWC Evo) sono perfettamente a punto e pronti a intervenire in caso di necessità. Anche perché da guidare la Ducati è una moto appagante come poche altre. Nei curvoni veloci è solida, stabile e precisa, con un avantreno svelto in inserimento di curva e nei cambi di direzione. Solo nelle svolte strette va guidata "di forza" per vincere l'effetto del grosso pneumatico posteriore. Il cambio merita attenzione: negli innesti bisogna essere decisi, ma per il resto l'elettronico Ducati è preciso e piuttosto veloce. Nel complesso il comfort è buono su asfalto, meno sullo sconnesso. C'è sufficiente spazio in sella, ma la protezione dall'aria è scarsa, il passeggero a rischio. I consumi sono buoni: il fatto che sotto i 5.000 giri il Testastretta sia abbastanza "calmo" permette di fare più strada. A differenza di quanto può lasciare immaginare l'aspetto della moto, spostarsi in città non è difficile. Grazie all'ottima distribuzione dei pesi e al baricentro basso, muoversi tra le auto con la Diavel non è impegnativo. Viaggiare, magari autostrada? Non è un'utopia, a patto di montare gli accessori adatti, in particolare un parabrezza o un cupolino come quelli presenti in catalogo.
Meno imponente della sorella a 4 cilindri, la Multistrada bicilindrica monta un motore 900 dalle prestazioni generose. Il carattere non manca, le sospensioni sono raffinate, ma il prezzo è elevato
È il massimo come prestazioni e piacere di guida su strada, uniti a una linea elegante e aggressiva. Il tutto condito da un'elettronica sofisticata e dal sound unico del V2 desmo, una moto che non scende a compromessi
La bicilindrica di Borgo Panigale non lascia niente a desiderare in termini di prestazioni, ma è anche una moto che si può usare nella vita quotidiana, quasi in ogni situazione
Meno imponente della sorella a 4 cilindri, la Multistrada bicilindrica monta un motore 900 dalle prestazioni generose. Il carattere non manca, le sospensioni sono raffinate, ma il prezzo è elevato
Equilibrata e facile da guidare, sfoggia un motore con prestazioni brillanti e ha una ottima qualità costruttiva. L'allestimento è molto curato e coinvolgente, ma influisce sul prezzo e la dotazione elettornica è inesistente
Confortevole e accessoriatissima, la 900 inglese ha carattere ed è persino più godibile della sorella di cilindrata superiore. L'elettronica è molto raffinata, ma il prezzo non è proprio abbordabile