Honda Forza 750: comodo come uno scooter, prestazioni da granturismo
Il maxi scooter Honda è grande e comfortevole, non è molto agile ma può contare sul cambio DTC e non sul "solito" variatore. Costa come una moto ma in città e tangenziale è decisamente più comodo
La ciclistica “da moto”, il cambio DCT preciso e divertente, il controllo di trazione raffinato, le prestazioni e i consumi contenuti (per la cilindrata)
Difetti:
Il peso elevato che si sente nelle manovre, le pedane profonde ma un po’ strette, il parabrezza non regolabile
Il 750 è subito riconoscibile per quel "family feeling" tipicamente Honda: il frontale è simile a quello dei Forza “piccoli”: fari, frecce e luci diurne sono tutti a led. La forcella è una Showa a steli rovesciati da 41 mm, la ruota anteriore da 17": offrono anche visivamente un impatto subito rassicurante. Lo scudo sagomato protegge bene le gambe dall’aria, il parabrezza un po’ meno: è stretto e non si può regolare. Il cruscotto utilizza un display TFT da 5”. Si può scegliere tra 4 differenti schermate e ci si può connettere anche con il cellulare. I molti tasti sui blocchetti al manubrio servono a gestire il cambio DCT del Forza e a utilizzare i vari sistemi elettronici: l'insieme è piuttosto affollato e ci vuole un po' di pratica per trovare tutto. Le pedane del Forza permettono di assumere una posizione di guida eretta “da moto” oppure di distendere le gambe dietro lo scudo, ma sono un po’ strette a causa dell’ingombro del motore e del tunnel centrale.
La sella è stretta in punta e ben sagomata: chi non ha le gambe lunghe può avanzare per posare i piedi a terra. Lo sportello del serbatoio si apre con un tasto nel blocchetto di accensione e la posizione davanti alla sella stessa permette un rifornimento agevole. Lo spazio sotto la sella è inferiore rispetto ad altri concorrenti: nel Forza ci sta un casco integrale e poco altro, ma se non altro ha anche una presa USB-C per la ricarica.
Il motore bicilindrico (inserito in un robusto telaio in tubi d’acciaio) ha distribuzione monoalbero, trasmissione finale a catena e acceleratore elettronico. Il cambio a doppia frizione si può utilizzare in modalità automatica con 4 riding mode (Sport, Standard, Rain e personalizzabile) o manuale (i tasti delle marce sono sul manubrio). Il controllo di trazione (disinseribile) ha 3 livelli di intervento.
Dal 2007 è il punto di riferimento per la categoria: nel tempo però l’SH è cresciuto di cilindrata passando da 270 a 329 cm3, migliorando prestazioni e stabilità. Il peso è contenuto, affidabilità e qualità al top della categoria
Lo scooter della casa alata non lascia spazio a sorprese: robusto e affidabile, ha il motore giusto per muoversi al meglio in città e fuori porta. Maneggevole e discreto, è il compagno ideale per un uso quotidiano
La nuova ammiraglia della Casa Alata offre una grande facilità di guida, un'ottima dotazione di serie e un prezzo invitante. Si fanno molti chilometri senza stancarsi, anche in due, ma le borse laterali sono poco capienti
Meno imponente della sorella a 4 cilindri, la Multistrada bicilindrica monta un motore 900 dalle prestazioni generose. Il carattere non manca, le sospensioni sono raffinate, ma il prezzo è elevato
Equilibrata e facile da guidare, sfoggia un motore con prestazioni brillanti e ha una ottima qualità costruttiva. L'allestimento è molto curato e coinvolgente, ma influisce sul prezzo e la dotazione elettornica è inesistente
Confortevole e accessoriatissima, la 900 inglese ha carattere ed è persino più godibile della sorella di cilindrata superiore. L'elettronica è molto raffinata, ma il prezzo non è proprio abbordabile