L'erede della Hornet interpreta l'attualità del settore naked con uno stile essenziale e prestazioni di tutto rispetto. Finiture adeguate e un prezzo corretto la rendono una moto che si fa volere bene subito, a patto di non essere "troppo" alti
La qualità costruttiva è notevole, la maneggevolezza e la facilità di guida, la dotazione tecnica, la forcella regolabile
Difetti:
La leggibilità della strumentazione è migliorabile, la posizione di guida è troppo raccolta per chi supera 1,75 m, il vano sottosella è piccolo
La "nuda" di media cilindrata della Casa Alata ripropone l’azzeccato stile “neoretrò” inaugurato un paio di anni fa dalla CB 1000 R. La Honda in prova monta un faro anteriore tondo full LED (così come il resto delle luci) circondato da una cornice che diffonde una luce bianca, come quello della “sorella maggiore”. Il cuore di questa naked compatta e muscolosa è un modernissimo motore 4 cilindri in linea di 649 cm3, con distribuzione bialbero in testa e 16 valvole. Niente mappature per la CB650 R, ma un validissimo controllo di trazione HSTC (Honda Selectable Torque Control) che vigila sulla ruota posteriore e assolve bene ai propri compiti. Davanti la CB sfoggia pinze a quattro pistoncini con attacco radiale che agiscono su dischi da 310 mm e una forcella a steli rovesciati Showa SFF, tutta regolabile.
La sella è comoda e gli incavi del serbatoio sono ben sagomati, ma chi è più alto di 1,75 metri sta con le gambe piegate. Si viaggia ben inseriti nella moto, col busto poco piegato sul manubrio, collocato vicinissimo al pilota. Gli ingegneri non si sono dimenticati del passeggero: la seduta è praticamente alla stessa altezza del pilota e le maniglie “annegate” nel codino rendono la Honda sufficientemente comoda. Il terminale di scarico, dalle dimensioni compatte, è stato progettato per “sparare” il suono di scarico direttamente verso il pilota: un’attenzione insolita e che ai più potrà far piacere.
Dal 2007 è il punto di riferimento per la categoria: nel tempo però l’SH è cresciuto di cilindrata passando da 270 a 329 cm3, migliorando prestazioni e stabilità. Il peso è contenuto, affidabilità e qualità al top della categoria
Lo scooter della casa alata non lascia spazio a sorprese: robusto e affidabile, ha il motore giusto per muoversi al meglio in città e fuori porta. Maneggevole e discreto, è il compagno ideale per un uso quotidiano
La nuova ammiraglia della Casa Alata offre una grande facilità di guida, un'ottima dotazione di serie e un prezzo invitante. Si fanno molti chilometri senza stancarsi, anche in due, ma le borse laterali sono poco capienti
Meno imponente della sorella a 4 cilindri, la Multistrada bicilindrica monta un motore 900 dalle prestazioni generose. Il carattere non manca, le sospensioni sono raffinate, ma il prezzo è elevato
Equilibrata e facile da guidare, sfoggia un motore con prestazioni brillanti e ha una ottima qualità costruttiva. L'allestimento è molto curato e coinvolgente, ma influisce sul prezzo e la dotazione elettornica è inesistente
Confortevole e accessoriatissima, la 900 inglese ha carattere ed è persino più godibile della sorella di cilindrata superiore. L'elettronica è molto raffinata, ma il prezzo non è proprio abbordabile