Honda Africa Twin 1100 DCT Urban: dal deserto alla città
La bicilindrica di Tokyo cresce nella cilindrata, ma non nelle dimensioni e nel peso. È più potente e con l'allestimento Urban è perfetta nell'uso quotidiano, eppure non disdegna lo sterrato.Elettronica e dotazione di serie sono al top
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€ 16.090
Pregi
Il cambio DCT pressoché perfetto, il carattere del motore, la ciclistica da fuoristrada “vera”, la maneggevolezza.
Difetti
I blocchetti al manubrio troppo “affollati”, i cerchi con camere d’aria, le sospensioni un po’ troppo “morbide” nella guida su strada.
Foto e immagini
In sintesi
Questa versione 1100 dell’Africa Twin è più snella, più stretta e più leggera di 4 kg della “vecchia” 1000. Come la precedente,viene proposta con cambio “tradizionale” e con l’automatico-sequenziale DCT. L'Africa Twin è un concentrato di tecnologia e per gestire il tutto c'è un cruscotto avveniristico: lo schermo da 6,5" è "touch" e permette di gestire alcuni dei sistemi elettronici anche sfiorando lo schermo. Attraverso il sistema Apple CarPlay “dialoga” con gli iPhone, mentre via Bluetooth si connette agli smartphone Android. Il blocchetto sinistro ha ben 16 pulsanti per gestire l’elettronica di bordo, mentre su quello di destra, oltre al cruise control, troviamo i vari pulsanti per gestire le modalità del cambio automatico-sequenziale DCT a doppia frizione. Il doppio proiettore anteriore sfoggia fari full LED con la corona esterna per le luci diurne DRL.
Sul fronte ciclistico, la forcella Showa ha ben 230 mm di escursione ed è completamente regolabile nell’idraulica, come il mono con leveraggio Pro-Link che assicura un’escursione di 220 mm. L'impianto frenante monta un raffinato ABS di tipo cornering (cioè attivo anche in curva) con 2 mappature (Road e Off Road) e funzione antisollevamento ruota posteriore. Le pedane sono zigrinate per l'uso in fuoristrada, ma l'Africa Twin in versione Urban offre di serie il bauletto da 35 litri (ci sta un casco integrale), il parabrezza alto, il paramotore e i paramani in tinta.
Sul fronte ciclistico, la forcella Showa ha ben 230 mm di escursione ed è completamente regolabile nell’idraulica, come il mono con leveraggio Pro-Link che assicura un’escursione di 220 mm. L'impianto frenante monta un raffinato ABS di tipo cornering (cioè attivo anche in curva) con 2 mappature (Road e Off Road) e funzione antisollevamento ruota posteriore. Le pedane sono zigrinate per l'uso in fuoristrada, ma l'Africa Twin in versione Urban offre di serie il bauletto da 35 litri (ci sta un casco integrale), il parabrezza alto, il paramotore e i paramani in tinta.
Come va
La posizione di guida è corretta su strada e fuori: l’ampio manubrio permette di controllarla bene anche guidando in piedi sulle pedane, una volta in sella si viaggia comodi e ben protetti dall’aria grazie al cupolino “alto”. Un eventuale passeggero è trattato molto bene sulla Africa Twin: siede poco più alto del pilota con un piano d’appoggio comodo e spazioso, due bei maniglioni e pedane alla giusta altezza.
Una volta in movimento, la Honda è un pochino penalizzata nella guida “allegra”, vista la posizione di guida da enduro anni '80: il pilota sta “inserito” nella moto col busto eretto per via del manubrio alto. Dal momento che ci si prende la mano però l’Africa Twin 1100 si rivela divertente ed efficace nel misto. La grinta del bicilindrico di 1.100 cm3 offre la giusta spinta anche in alto, dai 4.500 agli 8.000 allunga con forza e si può battere alla pari persino con concorrenti di maggiore cilindrata e potenza. E poi ha l’ottimo cambio DCT, che ora sceglie i rapporti anche in base all’inclinazione della moto grazie all’IMU e su strada è praticamente perfetto.
L'Africa Twin è perfettamente a suo agio nei trasferimenti autostradali anche impegnativi. Il cupolino maggiorato della versione Urban (molto più alto di quello standard), ripara bene ma diventa fastidioso in caso di pioggia perché impedisce una buona visuale. La Honda ha il cruise control e i consumi sono molto buoni, attorno ai 18 km/l. Quando si abbandona l’asfalto, la 1100 conferma le sue origini “africane”: è svelta, facile, con reazioni prevedibili, simili a quelle delle endurone monocilindriche da rally-raid. Le sospensioni morbide incassano senza problemi le asperità e il nuovo telaio (che ha permesso di abbassare il baricentro) garantisce un’ottima maneggevolezza.
Tutto sommato l'Africa Twin non si comporta male nemmeno in città: il bicilindrico Honda manca un minimo di regolarità, ma col suo cambio DCT in modalità automatica la moto è facile e comoda come uno scooterone. I freni sono una garanzia e l'elettronica mette al riparo dai problemi nelle condizioni di asfalto viscido.
Una volta in movimento, la Honda è un pochino penalizzata nella guida “allegra”, vista la posizione di guida da enduro anni '80: il pilota sta “inserito” nella moto col busto eretto per via del manubrio alto. Dal momento che ci si prende la mano però l’Africa Twin 1100 si rivela divertente ed efficace nel misto. La grinta del bicilindrico di 1.100 cm3 offre la giusta spinta anche in alto, dai 4.500 agli 8.000 allunga con forza e si può battere alla pari persino con concorrenti di maggiore cilindrata e potenza. E poi ha l’ottimo cambio DCT, che ora sceglie i rapporti anche in base all’inclinazione della moto grazie all’IMU e su strada è praticamente perfetto.
L'Africa Twin è perfettamente a suo agio nei trasferimenti autostradali anche impegnativi. Il cupolino maggiorato della versione Urban (molto più alto di quello standard), ripara bene ma diventa fastidioso in caso di pioggia perché impedisce una buona visuale. La Honda ha il cruise control e i consumi sono molto buoni, attorno ai 18 km/l. Quando si abbandona l’asfalto, la 1100 conferma le sue origini “africane”: è svelta, facile, con reazioni prevedibili, simili a quelle delle endurone monocilindriche da rally-raid. Le sospensioni morbide incassano senza problemi le asperità e il nuovo telaio (che ha permesso di abbassare il baricentro) garantisce un’ottima maneggevolezza.
Tutto sommato l'Africa Twin non si comporta male nemmeno in città: il bicilindrico Honda manca un minimo di regolarità, ma col suo cambio DCT in modalità automatica la moto è facile e comoda come uno scooterone. I freni sono una garanzia e l'elettronica mette al riparo dai problemi nelle condizioni di asfalto viscido.
Rilevamenti
Velocità massima (km/h) | 196,5 |
Accelerazione | secondi |
0-400 metri | 11,6 |
0-1000 metri | 22,8 |
0-100 km/h | 3,3 |
Ripresa (da 50 km/h) | secondi |
400 metri | 10,3 |
1000 metri | 21,5 |
Potenza massima alla ruota | |
CV/kW | 87,2/65 |
Giri al minuto | 6250 |
Frenata | metri |
Da 100 km/h | 41,4 |
Consumi | km/l |
Autostrada | 13,6 |
Extraurbano | 23,5 |
A 90 km/h | 19,2 |
A 120 km/h | 14,2 |
Al massimo | 11,4 |
Autonomia | km |
A 120 km/h | 248 |
Al massimo | 199,1 |
Acquisizione dati con CORRYS-DATRON DAS1A.
Banco prova Dynojet's 150 Dynamometer.
Bilancia Computer Scales Longacre 7263.
Banco prova Dynojet's 150 Dynamometer.
Bilancia Computer Scales Longacre 7263.
Dati tecnici
Dati tecnici dichiarati dalla casa
Motore | 4 tempi bicilindrico |
Cilindrata (cm3) | 1084 |
Cambio | a 6 marce |
Potenza CV(kW)/giri | 102 (75)/7500 |
Freno anteriore | a doppio disco da 310 mm |
Freno posteriore | a disco da 256 mm |
Pneumatico anteriore | 90/90-21” |
Pneumatico posteriore | 150/70-18” |
Altezza sella (cm) | 85/87 |
Peso (kg) | 226 |
Capacità serbatoio (litri) | 18,8+4,5 |
Autonomia (km) | 248 |
Velocità massima (km/h) | 196,5 |
Tempo di consegna | - |
Dimensioni rilevate da inSella
Image
Passo |
157.50
|
Lunghezza |
233.00
|
Altezza sella |
85.00
|
Honda Africa Twin CRF 1100 L Urban 2020
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