Come è fatta
Erano in molti a rimpiangerla... e alla fine Honda li ha ascoltati: nella gamma 2014 della casa di Tokyo troviamo di nuovo la sport-tourer intermedia VFR, uno dei modelli più amati degli ultimi 30 anni. Evoluzione tecnica del precedente modello, la VFR my 14 propone una versione rivista del quattro cilindri a V  da 782 cm3 con fasatura variabile Vtec (un sistema che unisce i vantaggi dei motori a due valvole e a quattro valvole per cilindro) che ora eroga 106 CV,  consuma meno (Honda dichiara 19,4 km/l) e ha un’erogazione migliore su tutto l’arco del contagiri. Anche la ciclistica è simile alla precedente con il telaio “a diamante” in alluminio, il forcellone monobraccio dello stesso materiale, la forcella di 43 mm e il mono posteriore regolabili nel precarico e in estensione. Crescono invece i dischi freno, ora di 310 mm all’anteriore, lavorati da pinze ad attacco radiale. Ottima la dotazione di serie che comprende ABS, controllo di trazione, manopole riscaldabili, fari anteriori full LED e computer di bordo. 

Come va
La posizione di guida è molto caricata sui polsi, più sportiva che turistica, ma va bene così perché la VFR va guidata soprattutto col corpo. Tra le curve è rotonda e stabile come una locomotiva, non svelta come una 600 ma capace di cambi di direzione discretamente rapidi. Il propulsore è piuttosto scorbutico sotto ai 3.000 giri, ma sopra questo regime vibra poco. Quando si vuole andare forte, va tenuto su di giri (sopra i 7.000) anche per godersi l’urlo caratteristico del V4: attenzione però a non sbagliare marcia in uscita di curva, finché non entra in coppia il motore spinge meno di quel che ci si aspetta da un 800. Il reparto sospensioni è ben a punto, soprattutto la forcella capace di controllare bene le staccate garantite al potente doppio disco anteriore. Mai invasiva l’elettronica a tutti i livelli.