Appena si sale sulla Multistrada si capisce che non siamo su una maxi enduro o una tradizionale crossover: il pilota è meno inserito nella moto che nelle altre moto del segmento, e si trova in una posizione dominante e “d’attacco”. Il comfort di conseguenza non è il massimo, almeno per il pilota, perchè invece la Ducati garantisce al passeggero un comfort di “prima classe”, anche se lo spazio a bordo non è moltissimo. Le maniglie, però, sono comode da impugnare e la sella adeguata. Il vano sottosella lascia a desiderare: come in tutte le Ducati lo spazio è risicato: ci stanno solo i documenti e la trousse con gli attrezzi.
Girata la chiave, i 148 CV alla ruota erogati dal V4 Ducati sono adrenalina pura: a ogni apertura del gas il motore spinge con cattiveria e il pilota ha un bell’impegno per tenere a bada la “cavalleria”, anche se l’erogazione è decisamente più fluida e regolare rispetto alle precedenti versioni. Nonostante la ruota anteriore da 19”, la Multistrada mantiene intatta la sportività Ducati e nel guidato si conferma brillante. Le sospensioni semiattive Ducati Skyhook Suspension (di serie) sono perfette, sia su strada che fuori. Il cambio è rapido e preciso, asseconda senza problemi anche nella guida più sportiva il pilota, sempre. I freni sono potenti e modulabili, più che adeguati, ma dall’impianto Brembo ci aspettavamo un pizzico di grinta in più.
Viaggiando veloci invece emergono tutte le qualità di questa possente crossover. I lunghi viaggi con bagaglio e passeggero non spaventano: la rumorosità di marcia è contenuta, la protezione dall’aria ottima e il motore, dall’erogazione sempre regolare, vibra poco. In fuoristrada, al contrario, non ci sono soluzioni miracolose: abbiamo testato la Ducati in un percorso di fuoristrada “vero”, alle pendici dell’Etna: ci vogliono braccia d’acciaio e parecchia esperienza per gestire gli oltre 200kg della belva. La Multistrada ha serbatoio e sella ben raccordati che consentono al pilota di guidarla con le gambe, come le moto da enduro monocilindriche, ma il baricentro alto e l’avantreno “lento” impongono un impegno nella guida che solo gli esperti sanno gestire al meglio.
Le prestazioni si pagano, ma neanche troppo: la Multistrada V4S mediamente percorre 16,2 km/l e pure in città non sfigura, grazie alla sella non altissima. Il quattro cilindri a V di Ducati, per la sua conformazione, tende a scaldare la seduta del pilota, bisogna però dare atto ai progettisti di avere fatto un ottimo lavoro per lo smaltimento del calore rispetto alle precedenti versioni: nelle soste al semaforo vengono spente automaticamente le bancate posteriori, mentre le ampie feritoie ai lati del propulsore e le appendici aerodinamiche di fronte alle gambe del pilota aiutano a deviare l’aria calda quando si viaggia.