Somoto Classic 400 2018

Come è fatta
Somoto è un’azienda taiwanese al debutto tra i marchi che offrono moto retrò di piccola e media cilindrata a buon prezzo. La Classic 400 in queste pagine è il “modello base” e monta un motore monocilindrico raffreddato ad aria, inserito in un classico telaio doppia culla in tubi d’acciaio. Numerosi i dettagli raffinati come la sella (bassa e lunga) con cuciture a vista, il manubrio regolabile nell’inclinazione, l’impianto di scarico con doppio silenziatore e i cerchi a raggi con gomme moderatamente tassellate che danno alla Classic, insieme al manubrio largo e rialzato, un aspetto da scrambler. Tradizionali anche le sospensioni: forcella con soffietti parapolvere sugli steli e un classico forcellone in acciaio collegato a due ammortizzatori regolabili nel precarico molla.
bella da vedere e da guidare
Le finiture, considerando il prezzo, non sono male anche se c’è qualche cavo a vista di troppo, soprattutto attorno al motore. Nel complesso comunque la Classic è una moto piacevole da guardare, oltre che da guidare come vedremo.

Come va
Ha una posizione di guida adatta a tutti e reazioni sempre prevedibili, anche perché le prestazioni sono tranquille: il monocilindrico ha un’erogazione docile e dà il meglio ai regimi medio-bassi: agli alti (oltre i 5.000 giri) la spinta cala e si sente qualche vibrazione di troppo. Bene la frizione, morbida da azionare, mentre il cambio è sufficientemente preciso. Sulle stradine tutto curve ci si diverte: il peso contenuto e ben distribuito rende la Classic agile e precisa, mentre i due scarichi hanno una voce grintosa che fa da “colonna sonora” alla guida. Le sospensioni sono discrete: ok la forcella mentre gli ammortizzatori, regolabili nel precarico, sono un filo rigidi. Efficace l’impianto frenante, soprattutto all’avantreno.