Yamaha Tricity 300: tre è meglio di due
Si può guidare anche con la patente B, e offre la sicurezza aggiuntiva della terza ruota. Curate le finiture, buona la capacità di carico

Pregi
L’agilità in città, il peso ridotto che facilita le manovre, il vano sottosella sufficiente per due caschi integrali e altri oggetti
Difetti
Il parabrezza basso offre poca protezione in autostrada e il pedale del freno si rivela scomodo da utilizzare
Foto e immagini



























In sintesi
L'aspetto è particolare e bisogna "farci l'occhio", ma una volta in sella il Tricity si comporta come uno scooter qualsiasi. La sospensione anteriore sfrutta due doppie forcelle unite da un parallelogramma in alluminio: lo stesso schema della Niken, la moto a tre ruote Yamaha. Il motore è l’ultima evoluzione del monocilindrico 300 Yamaha con 4 valvole, raffreddamento a liquido e controllo di trazione. Per fare rimanere il Tricity in piedi da solo, basta premere un pulsantino sul manubrio: un doppio beep avvisa che la sospensione anteriore è bloccata.

Il Tricity 300 ha cerchi da 14 pollici all’anteriore e al posteriore e monta pneumatici Bridgestone studiati appositamente per questo modello. Il pedale del freno (sulla pedana destra) gestisce i tre freni a disco da 267 mm, ma è troppo vicino al tunnel e scomodo da azionare. La leva per inserire il freno di stazionamento (utile quando ci si ferma su terreno non pianeggiante) è nel retroscudo in un punto facile da raggiungere.

Il pedale del freno sulla pedana è scomodo da azionare, meglio usare le leve al manubrio
Il cruscotto con display LCD è molto chiaro ma ha un aspetto piuttosto “povero” e non si può connettere allo smartphone. Niente chiavi: la smartkey “attiva” il commutatore a manopola nel retroscudo, sotto al quale ci sono i pulsanti per sbloccare la sella e lo sportellino del carburante. Il tappo del serbatoio si trova sul tunnel centrale protetto da uno sportellino. È facile da raggiungere e si può fare benzina senza scendere dallo scooter.

Chiaro ma scarno il cruscotto
In generale il Tricity è costruito con la cura dei dettagli tipica dei migliori prodotti Yamaha. Di qualità anche la componentistica.
Come va
Il Tricity mette subito a proprio agio, anche chi ha poca esperienza. La posizione di guida è raccolta: si è ben inseriti nello scooter, lo spazio sulla sella è abbondante e le braccia si distendono comodamente verso il manubrio. Buono lo spazio per i piedi e le gambe. Chi siede dietro ha un buon riparo, grazie al dislivello contenuto.

Su strada il Tricity trasmette sicurezza: l'anteriore dà fiducia, percorre la traiettoria senza scomporsi e consente di impostare le curve con naturalezza. Nei cambi di direzione è fluido: il motore Yamaha è piccolo ma ha comunque una discreta spinta e la trasmissione a punto garantisce buone doti di scatto. Il controllo di trazione è ben tarato. OK anche i freni, su cui bisogna prendere però un po' la mano. La leva di sinistra aziona i dischi anteriori e posteriori, mentre la leva destra aziona solo gli anteriori: tirando prima l’una o l’altra però cambia la corsa a vuoto dei comandi, bisogna farci l’abitudine. Sulla pedana destra c'è il pedale del freno (obbligatorio nei tricicli) che attiva la frenata sulle tre ruote, ma è un po' difficile da dosare.
Il Tricity in città ha consumi da 125, supera i 35 km/l. E “beve” poco anche nell’utilizzo extraurbano. Quando si entra in autostrada però si avverte la carenza di cavalleria e quindi bisogna tirargli un po' il collo (e i consumi ne risentono). Inoltre il parabrezza poco protettivo limita un po’ il comfort. Nel traffico però è molto maneggevole: il peso non eccessivo lo rende agile nei cambi di direzione e semplice da gestire alle basse velocità. Le sospensioni incassano le buche senza problemi. Comodo il sistema di blocco delle sospensioni, ma il Tricity si inclina un po’ troppo se non si esegue la manovra alla perfezione.

Rilevamenti
Velocità massima (km/h) | 125,8 |
Accelerazione | secondi |
0-400 metri | 18,0 |
0-1000 metri | 35,6 |
0-100 km/h | 11,8 |
Ripresa (da 50 km/h) | secondi |
400 metri | 15,1 |
1000 metri | 32,9 |
Potenza massima alla ruota | |
CV/kW | 22,9/17,1 |
Giri al minuto | 7.298 |
Frenata | metri |
Da 70 km/h | 19,34 |
Consumi | km/l |
Autostrada | 14,5 |
Extraurbano | 35,6 |
A 90 km/h | 31,9 |
A 120 km/h | 26,4 |
Al massimo | - |
Autonomia | km |
A 120 km/h | 415,2 |
Al massimo | 188,8 |
Banco prova Dynojet’s 150 Dynamometer.
Bilancia Computer Scales Longacre 7263.
Dati tecnici
Dati tecnici dichiarati dalla casa
Motore | 4 tempi monocilindrico |
Cilindrata (cm3) | 292 |
Cambio | automatico |
Potenza CV(kW)/giri | 28 (20,6)/7250 |
Freno anteriore | a disco da 267 mm |
Freno posteriore | a disco da 267 mm |
Pneumatico anteriore | 120/70-14” |
Pneumatico posteriore | 140/70-14” |
Altezza sella (cm) | 79,5 |
Peso (kg) | 239 |
Capacità serbatoio (litri) | 13+3 |
Autonomia (km) | 415,2 |
Velocità massima (km/h) | 188,8 |
Tempo di consegna | - |
Dimensioni rilevate da inSella

Passo |
159,5
|
Lunghezza |
225
|
Altezza sella |
79,5
|