Modern vintage senza esagerare, la moto inglese ha un bel carattere, una ciclistica agile e un'impostazione di guida sportiveggiante. Il tre cilindri è piuttosto potente ma ben gestibile grazie all'elettronica. Prezzo in linea con la concorrenza
Modern vintage senza esagerare, la moto inglese ha un bel carattere, una ciclistica agile e un'impostazione di guida sportiveggiante. Il tre cilindri è piuttosto potente ma ben gestibile grazie all'elettronica. Prezzo in linea con la concorrenza
Le prestazioni del motore tre cilindri, la ricca dotazione elettronica, l’agilità nella guida sportiva
Il monoammortizzatore un po’ troppo “sostenuto” per l’uso di tutti i giorni, la sella del passeggero sacrificata
La Triumph Trident è la modern classic per eccellenza, ma le linee intramontabili della tre cilindri inglese sono state riviste fino a trovare davvero un buon equilibrio tra tradizione e innovazione. Il proiettore a LED è speci- ficamente disegnato per la Trident e sfoggia orgoglioso il marchio Triumph al centro della parabola. Il cruscotto usa uno schermo TFT che grazie al sistema My Triumph Connectivity (249 euro) “parla” via BT con lo smartphone. Sul blocchetto sinistro troviamo quattro pulsanti che permettono di “navigare” tra i vari menù della strumentazione. Gli specchietti retrovisori fissati alle estremità del manubrio fanno tanto “café racer” ma sono un optional costoso: ben 224 euro. In generale questa Triumph è costruita e rifinita con cura, puntando su componenti di alto livello.
Nella vista posteriore si può vedere bene il robusto telaio di tipo perimetrale, realizzato in acciaio come il forcellone, uno dei punti di forza della Trident. Il motore deriva dal tre cilindri 660 della naked Street Triple S, con parecchie modifiche per adattarsi alla diversa personalità della Trident, ma sempre molto “vivace”: abbiamo rilevato infatti 74CV alla ruota. Il terminale di scarico basso in acciaio inox ha la caratteristica “voce” rauca del tre cilindri inglese. La dotazione elettronica di serie comprende l’acceleratore ride by wire e due mappature, che agiscono sulla risposta del gas e sul controllo di trazione (disinseribile). Il quickshifter invece è un optional da 346 euro. Le sospensioni sono Showa: all’anteriore troviamo una bella forcella a steli rovesciati da 41 mm di diametro, non regolabile. Della giapponese Nissin il potente impianto frenante con doppio disco anteriore da 310 mm e pinze a doppio pistoncino.