Triumph Rocket 3R: un razzo inglese a tre cilindri
Esagerata fin dalle linee, la Rocket 3R è una moto che stupisce da fuori, ma ha anche tanta sostanza. Il tre cilindri da 2,5 litri è un missile da 142 cavalli, la dotazione tecnica ha tutto quello che serve per tenere sotto controllo una potenza e una coppia da supersportiva. L'aspetto non deve ingannare: la Triumph è sufficientemente agile nonostante dimensioni non proprio compatte
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€ 22.500
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Pregi
L’erogazione vigorosa e progressiva del motore a tutti i regimi, la sicurezza trasmessa tra le curve, le finiture, la dotazione di serie.
Difetti
Le sospensioni troppo rigide, la mancanza di appigli e la sella del passeggero stretta, la visuale degli specchietti.
In sintesi
Bassa, lunga e cattiva: la Rocket sembra un missile fin dal primo sguardo e d'altronde serviva spazio per ospitare il mostruoso motore da 2,5 litri nel telaio. La 3 R monta l'ultima evoluzione del tre cilindri longitudinale Triumph cresciuto a ben 2.458 cm3. Un propulsore vigorosissimo, perfetto anche per viaggiare con passeggero e bagagli: non a caso la Rocket 3 R è disponibile anche in versione GT con parabrezza, pedane avanzate e schienale per il passeggero. Grazie al motore longitudinale, la Rocket 3 R ha una sagoma "muscolosa" ma abbastanza snella. Tornano i fari "gemellati" come la prima Rocket, ma ora sono più piccoli e "full led". C'è anche la funzione di attivazione automatica dell'abbagliante. La coda della Rocket ricorda invece quella della "sorella" Speed Triple 1050 e lascia in piena vista la gomma posteriore da ben 240 mm di sezione. I terminali di scarico sono due a destra e uno a sinistra. Sotto il sellino del passeggero si nasconde un vano dove conservare i documenti, un bloccadisco o un antipioggia. I dettagli sono curati: entrambe le leve al manubrio sono regolabili nella distanza. Il comando del freno anteriore offre un'ottima modulabilità.
Come va
La posizione di guida è buona: il rapporto sella-manubrio-pedane è corretto, ma le pedane sono avanti e le braccia molto larghe. Moto da 140 CV e quasi 300 kg come questa richiedono esperienza per essere gestite correttamente, ma una volta presa la mano sorprendono per quanto sono sfruttabili ed emozionanti tra le curve. La Rocket 3 R rimane comunque una moto pesante e lunga: l'inglese entra in curva graduale e rassicurante grazie a un avantreno granitico, preciso e ben "accordato" con il posteriore, offrendo una guida fluida e piacevole. Il tre cilindri non è rabbioso, ma sale di giri senza incertezze e vibrazioni da 1.500 fino alla zona rossa a 7.000 giri. Ha una progressione e un vigore impressionanti, ma sarebbe molto difficile da controllare senza i sistemi elettronici di assistenza. Per intenderci, la coppia è tale che si può partire da fermi anche in quarta. Per fortuna il controllo di trazione è perfettamente tarato, sempre vigile e pronto a intervenire in caso di necessità.
L'impianto frenante è ottimo, un imperativo su una moto di questa stazza: facile da gestire anche con un dito, ma estremamente potente, è ben controllato dall'ABS Cornering che permette di "pinzare" anche in piega. Bene la frizione, ok il comando a pedale: gli innesti sono un po' duri, ma sempre precisi. Il consumo è discreto, nonostante la cilindrata e il peso da muovere: l'enorme coppia evita di usare troppo il gas.
In città la Rocket è meno faticosa di quello che ci si può immaginare: il baricentro basso aiuta a sentire meno il peso, il ridotto raggio di sterzata facilita le cose nei passaggi stretti e nelle manovre. I problemi emergono quando bisogna spostare la moto da ferma, anche perché l'avantreno è appesantito dal grosso pneumatico anteriore. Su buche e dossi si soffre: le sospensioni tarate rigide per sfruttare la potenza digeriscono male le imperfezioni dell'asfalto e i colpi si sentono soprattutto sulla schiena. In autostrada al contrario si viaggia bene, a patto di integrare la dotazione di serie con un cupolino di protezione e uno schienale per l'eventuale passeggero. ll problema è che il pilota, anche a 120-130 km/h, si stanca in fretta guidando col busto eretto e le braccia larghe.
L'impianto frenante è ottimo, un imperativo su una moto di questa stazza: facile da gestire anche con un dito, ma estremamente potente, è ben controllato dall'ABS Cornering che permette di "pinzare" anche in piega. Bene la frizione, ok il comando a pedale: gli innesti sono un po' duri, ma sempre precisi. Il consumo è discreto, nonostante la cilindrata e il peso da muovere: l'enorme coppia evita di usare troppo il gas.
In città la Rocket è meno faticosa di quello che ci si può immaginare: il baricentro basso aiuta a sentire meno il peso, il ridotto raggio di sterzata facilita le cose nei passaggi stretti e nelle manovre. I problemi emergono quando bisogna spostare la moto da ferma, anche perché l'avantreno è appesantito dal grosso pneumatico anteriore. Su buche e dossi si soffre: le sospensioni tarate rigide per sfruttare la potenza digeriscono male le imperfezioni dell'asfalto e i colpi si sentono soprattutto sulla schiena. In autostrada al contrario si viaggia bene, a patto di integrare la dotazione di serie con un cupolino di protezione e uno schienale per l'eventuale passeggero. ll problema è che il pilota, anche a 120-130 km/h, si stanca in fretta guidando col busto eretto e le braccia larghe.
Rilevamenti
Velocità massima (km/h) | 224,3 |
Accelerazione | secondi |
0-400 metri | 11,1 |
0-1000 metri | 21,0 |
0-100 km/h |
Dati tecnici
Dimensioni rilevate da inSella
Image
Passo |
168.50
|
Lunghezza |
241.50
|
Altezza sella |
78.00
|
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