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Ducati Streetfighter V2, una “entry level” per piloti esperti

La "piccola" della famiglia Streetfighter sfodera il V2 Superquadro da 153 CV, pesa 178 kg e ha una posizione di guida stradale che non affatica troppo. L'elettronica e la "frenata" sono da Superbike  
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€ 16.990
Dopo Multistrada e Panigale, la sigla V2 compare sulla nuova Streetfighter, di fatto il modello “base” della famiglia delle potenti naked bolognesi, anche se i numeri dichiarati (153 CV per 178 kg a secco) sono da prima della classe. Le linee tese ed essenziali sono quelle delle sorelle maggiori così come lo “sguardo” delle luci DRL a V. Sono invece optional “ufficiali” le ali (in plastica o carbonio) che sulla V2 aumentano la deportanza sull’anteriore di 26 kg a 265 km/h. Stretta parente della Panigale V2, la Streetfighter ha un’impostazione più stradale e, rispetto alla “sorella” carenata, ha una sella più lunga e spaziosa, le pedane riposizionate e un manubrio largo e alto. La posizione di guida è “caricata” in avanti ma non estrema, il giusto compromesso tra comfort di marcia e controllo totale nella guida sportiva.
Lo sguardo è quello della Streetfighter, la sella offre un buon comfort (per una naked sportiva...), mo solo per il piota

L’evoluzione del “superquadro"
A spingere la V2 ci pensa il bicilindrico Superquadro da 955 cm3 con la V a 90°, capace di erogare ben 153 CV (2 in meno della Panigale V2) a 10.750 giri e 101,4 Nm a 9.000 giri. Cambia anche la rapportatura finale (i denti della corona passano da 43 a 45) accorciata per migliorare la spinta  del bicilindrico e la reattività all’apertura del gas. Il “Superquadro” è anche elemento portante, con il telaio monoscocca in alluminio fissato alla testa del bicilindrico e collegato anche al forcellone posteriore, anch’esso in alluminio ed allungato di 16 mm per una maggiore stabilità e un maggior carico sull’anteriore. A completare la ciclistica ci pensa una forcella BPF (Big Piston Fork) con steli da 43 mm e monoammortizzatore Sachs, completamente regolabili. Anche l’impianto frenante è ereditato dalla “Panigalina” con pinze Brembo monoblocco ad attacco radiale M4.32 e dischi da 320 mm. Cambiano però le pastiglie, ora di un materiale che le rende meno aggressive è più adatte all’uso stradale.

L'impianto frenante Brembo ha pastiglie specifiche per l'uso stradale

Elettronica “da corsa"
Completissima la dotazione elettronica gestita dalla immancabile piattaforma inerziale IMU a 6 assi: alle tre mappature Road, Sport e Wet, sono collegati controllo di trazione (DTC Evo 2), wheelie control (DWC Evo) e l’Engine brake control (EBC Evo). A rendere più sicura la frenata ci pensa l’ABS Cornering Evo con tre Modalità di intervento e la funzione slide by brake. Assistito elettronicamente anche il cambio Quick Shift (DQS Evo 2) sia in inserimento che in scalata. 

Su strada
Partiamo per una prima presa di contatto su strada, il percorso ricco di curve veloci da raccordare ma anche tornanti e tanto “stretto” è perfetto per mettere in risalto le doti della Streetfighter, che dà subito confidenza grazie a una posizione di guida azzeccata che non stanca ma che permette di avere l’avantreno sempre “in mano”. Il bicilindrico Superquadro ha una erogazione decisa, tanta coppia ai bassi, è rapido ai medi e quasi esplosivo agli alti, dote che siamo riusciti ad apprezzare e sfruttare soprattutto tra i cordoli del tortuoso circuito di Monteblanco. Sul veloce la V2 è stabile, ben piantata e asseconda i comandi del pilota senza troppi sforzi, doti che ritroviamo anche nello stretto dove però l’avantreno va indirizzato con più decisione. La mappa più spinta (Sport) è per la pista, la mappa Road non fa sentire la mancanza di grinta e dà infatti maggiore “dolcezza” nell’erogazione che permette di dare gas in uscita di curva senza patemi, con l’elettronica vigile ma quasi mai chiamata in causa.



… e in pista
Tra i cordoli scopriamo l’altra “faccia” della Streetfighter V2, senza rimanerne troppo sorpresi: qui la nuda di Borgo Panigale riesce ad esprimere tutto il suo potenziale, davvero alto. In mappa Sport il carattere cambia, l’erogazione si fa più appuntita ma non ruvida o imprevedibile. Il Superquadro fa volare la Streetfighter, impressionando soprattutto in allungo e per la rapidità con cui raggiunge la zona rossa del contagiri. Tra le curve è agilissima, l’avantreno dà tanta sicurezza (nonostante un asfalto del circuito di Monteblanco decisamente “rivedibile”) ed è preciso e stabile grazie anche alle ali montate per l’occasione, che migliorano la deportanza mantenendo la ruota davanti ancora più “incollata” a terra. L’ABS settato a livello 2 (con lo “slide by brake” attivo) lascia il posteriore più “libero” in frenata ed è davvero facile esibirsi in funamboliche derapate, sempre in totale controllo. Peccato per la scelta delle pastiglie freno “stradali” che tra i cordoli non offrono il mordente necessario e dopo pochi giri “tirati” mostrano il fianco, richiedendo tanta forza sulla leva per rendere al meglio. Il cambio Quick Shift fa dimenticare l’uso della frizione, è precisissimo e sensibile in inserimento, meno in scalata dove bisogna agire con decisione sulla leva.




 

Carta d'identità

Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore bicilindrico 4 tempi
Cilindrata (cm3) 955
Raffreddamento a liquido
Alimentazione a iniezione
Cambio a 6 marce
Potenza CV (kW)/giri 153 (112,3)/10.750
Freno anteriore a doppio disco
Freno posteriore a disco
Velocità massima (km/h) nd
Dimensioni
Altezza sella (cm) 85
Interasse (cm) 146,5
Lunghezza (cm) nd
Peso (kg - a secco) 178
Pneumatico anteriore 120/70-17"
Pneumatico posteriore 180/60-17"
Capacità serbatoio (litri) 17
Riserva litri nd

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