Senza cromature piace di più

Nel gergo degli appassionati di custom, le “bobber” sono moto fuoriserie spogliate il più possibile, eliminando il superfluo e spesso alleggerendo ciò che rimane (“to bob” in inglese significa tagliare, in questo caso i parafanghi). La Forty-Eight in queste pagine è la “bobber” di casa H-D, realizzata su base Sportster 1200: serbatoio da soli 7,9 litri, sella monoposto (e “rasoterra”, a soli 66 cm dall’asfalto), parafanghi tagliati, cromature ridotte al minimo (anche per contenere il prezzo d’acquisto) e sostituite da tanta vernice nera. Il pubblico ha apprezzato la ricetta: nel 2011 la Forty-Eight è stata una delle 10 moto in assoluto più vendute in Italia.

Sembra una special

All’aspetto da moto “artigianale” contribuiscono anche le sospensioni ribassate, la panciuta ruota anteriore da 16”, i comandi a pedale in posizione avanzata, il manubrio a profilo ribassato con gli specchietti montati in posizione “invertita” e gli indicatori di direzione sulla forcella. “Minimalista” anche l’ospitalità, il kit passeggero è optional: ma viste le sospensioni, meglio usare la Forty-Eight da soli...

Su strada

Bisogna percorrere qualche chilometro prima di prendere confidenza con questa “bobber”: si guida con le gambe e le braccia distese in avanti, una posizione strana per i motociclisti europei. Una volta fatta l’abitudine però la Forty-Eight si rivela divertente, anche perché la maneggevolezza è ottima (nonostante il peso rilevato sia di ben 250 kg). Il motore ha un’erogazione piena e corposa, è ricco di coppia e spinge sempre. Le vibrazioni naturalmente ci sono, ma fanno parte del fascino H-D e comunque non raggiungono mai livelli fastidiosi.



 

In autostrada

Non è certo la moto ideale per affrontare lunghi viaggi; al massimo va bene per qualche breve gita nel weekend. Si viaggia infatti completamente esposti all’aria, le asperità si sentono nella schiena e l’autonomia del serbatoio è limitata. Meglio prendersela comoda e godersi la posizione di guida “rilassata” con braccia e gambe in avanti. Le gomme di larga sezione e le sospensioni a ridotta escursione assicurano una tenuta di strada apprezzabile. Male invece l’impianto frenante: i due dischi non frenano, “rallentano”. Per fortuna c’è il freno motore...



 

In città

È la moto perfetta da sfoggiare al bar con gli amici e nelle eleganti vie del centro, dove di certo non si passa inosservati, anche per via dell’inconfondibile “voce” del bicilindrico americano. La maneggevolezza è buona e nel traffico la seduta posta a 66 cm da terra permette evoluzioni quasi incredibili. Solo nelle manovre da fermo vengono fuori i suoi 250 kg (rilevati). Occhio a scendere dai marciapiedi e ad affrontare buche e pavé con piglio “allegro”: le sospensioni hanno un’escursione minima e una taratura rigida, vanno bene solo sulle strade lisce.