Come è fatta
Le proposte di cilindrate medio-piccole negli ultimi anni erano quasi esclusivamente scooter: a ruote alte o basse, ma sempre scooter. Nei grandi mercati orientali però queste moto esistono, sono sognate e richieste dagli appassionati locali (per i quali rappresentano le “maxi”), e ora finalmente vengono importate anche da noi, grazie alla crisi e alle necessità dei “neopatentati A2”. Tra le più attese c’è la Kawasaki Versys-X, che abbiamo provato in anteprima e vi presentiamo in queste pagine. Proposta in tre allestimenti (quello base del nostro test, Urban e Adventure con diverse dotazioni di accessori), la piccola crossover Kawasaki ripropone in versione più abbordabile le doti delle Versys già in listino, mentre il motore è il bicilindrico parallelo della Ninja 300, adatto anche ai neopatentati.
Progettata per viaggiare su strade asfaltate, ma anche sullo sterrato (come dimostra la ruota anteriore da 19”), la Versys-X ha un robusto telaio monotrave in acciaio, una forcella con steli da 41 millimetri non regolabile e un monoammortizzatore regolabile nel precarico; mentre la frenata è affidata a due dischi a margherita (da 290 e 220 mm) con ABS di serie. Forse non colpisce per le soluzioni tecniche o le dotazioni, ma è una bella moto, ben realizzata e con tante doti concrete. Soprattutto se si considera il prezzo: di serie la versione base offerta a 5.890 euro offre già quello che serve per l’uso quotidiano e per i viaggi, dal cupolino (ampio e protettivo) al portapacchi (solido e ben posizionato) e al doppio cavalletto centrale e laterale. 

Come va
Snella e con le masse ben distribuite, la Versys-X si dimostra agile e “facile” sin dai primi metri, anche per chi ha poca esperienza... purché abbia le gambe lunghe: la sella è alta ben 81,5 cm, chi non è un gigante ha un po’ di difficoltà ad appoggiare i piedi a terra. La piccola Kawasaki si manovra comunque senza difficoltà in tutte le situazioni perché pesa poco, e su strada ripropone molte delle doti delle altre crossover Kawasaki: posizione di guida naturale, protezione dall’aria, assetto azzeccato e buoni freni. La differenza rispetto alle sorelle è nel “temperamento” del suo bicilindrico. Ai bassi e medi regimi il motore 300 ha un’erogazione “pulita” e regolare che consente di inserire tutte le marce a meno di 4.000 giri, ma in ripresa l’elasticità è limitata, bisogna usare spesso il cambio. Superando i 6.000 giri invece il motore “da Ninja” si risveglia, cambia voce e allunga con vigore fino a 12.000 giri. Il divertimento è assicurato...