Come è fatto
Honda ha aggiornato il
PCX 125 dal punto di vista estetico e tecnico. Cambiano le linee, ma ci sono novità anche nel motore e nella ciclistica. I gruppi ottici (entrambi full led) hanno un disegno più moderno e l’intero scooter appare più filante, senza perdere la sua fisionomia: è sempre compatto, con parabrezza basso e manubrio cromato a vista. Anche il cruscotto cambia faccia: ora è completamente digitale e con retroilluminazione nera, ben visibile anche sotto la luce del sole, anche se è sempre troppo basso per essere consultato con il classico “colpo d’occhio”.
Nuovo anche sotto la pelle
Sono più numerose le novità sotto la carrozzeria, a cominciare dal telaio a doppia culla in acciaio con nuove geometrie che hanno permesso di aumentare la capacità del vano sottosella a 28 litri (ora ci stanno un casco integrale e altri oggetti) mantenendo la sella sempre bassa da terra (77 cm). Aumenta anche lo spazio ai lati del tunnel dove è posizionato il serbatoio della benzina: le pedane sono più profonde e permettono di stendere meglio le gambe. Immutato invece il vano dietro lo scudo, profondo e dotato di presa da 12 Volt (ma non è USB). Il motore 4 tempi a due valvole raffreddato a liquido ha consumi ancora più bassi (rilevati dalla casa in modalità WMTC): secondo Honda il PCX percorre ben 47,6 km con un litro di carburante, nonostante la potenza sia leggermente aumentata.
Rinnovata anche la ciclistica: nuovo telaio a parte, gli ammortizzatori hanno un attacco arretrato e nuove molle più robuste per digerire meglio i tombini e il pavé. I cerchi a 8 razze sono più leggeri e l’intera ciclistica pesa oltre 2 kg meno di prima, compensando così il peso delle nuove dotazioni e mantenendo inalterato il peso totale di 130 kg. I freni sono sempre a disco e tamburo, ma ora c’è l’ABS a un canale di serie (solo sul disco davanti, ovviamente) al posto della precedente frenata combinata.
Anche la strumentazione è stata rinnovata: il nuovo display a retroilluminazione passiva permette di leggere numeri e spie distintamente, anche viaggiando sotto il sole. Il sottosella è più ampio di quello del precedente PCX: ora ci stanno un casco integrale e altri piccoli oggetti Davanti c’è un vano profondo con presa da 12 Volt
Come va
La
posizione di guida è corretta si viaggia comodi: la sella sostiene bene e le pedane profonde permettono di stendere le gambe. L’accelerazione da fermo è buona, ma si apprezza soprattutto l’allungo più deciso. L’aumento di prestazioni non influisce sui consumi che sembrano ancora migliori di quelli già bassi del “vecchio” PCX. Il nuovo telaio e gli pneumatici più larghi (sempre da 14”) ci sono piaciuti in tutte le situazioni: il PCX se la cava bene su strada aperta, ma anche in città grazie al raggio di sterzo strettissimo e ai nuovi ammortizzatori.
Buona la frenata, malgrado il tamburo posteriore: il disco davanti è efficace e controllato da un ABS a punto. Un po’ scarsa la protezione dall’aria: il parabrezza è basso, come impone la moda giapponese.