Come è fattaHonda ha deciso (per fortuna) di importare anche in Italia la Monkey 125, versione riveduta e aggiornata della omonima minimoto nata negli anni 60 in Giappone e diventata un mito in Asia e Stati Uniti. Fedele alle forme originali ma con dimensioni poco più grandi, la “nuova” Monkey è lunga 171,2 cm e monta ruote da 12” (quelle della prima Monkey erano da 5”). Tanti i dettagli che richiamano il passato tra cui i parafanghi e il paracalore della marmitta cromati, il serbatoio bicolore in alluminio con il logo Honda a rilievo, il sellone ben imbottito e (purtroppo) monoposto. Anche i fari hanno un disegno classico, ma sono dotati di moderne luci a led e la strumentazione è digitale.
La strumentazione ha il disegno classico degli anni 60, ma in realtà è un display lcd con tutti i dati essenziali in primo piano e le spie ben visibili. I fari dalle linee retrò hanno la cornice cromata che richiama al passato, ma sono tutti a led comprese le frecce e illuminano bene la strada
Il più imitato
Il motore è una versione evoluta del monocilindrico orizzontale
Honda 4T raffreddato ad aria da 124,9 cm
3 con testata a 2 valvole, iniezione elettronica e una potenza massima di 9,4 CV a 7.000 giri/min, uno dei propulsori più imitati al mondo. I consumi sono ridotti: la casa dichiara ben 67 km con un litro (consumo medio WMTC)! La ciclistica è robusta: il telaio è un monotrave in acciaio, la forcella è a steli rovesciati da 31 mm di diametro (dipinta nel colore della carrozzeria) mentre dietro ci sono due ammortizzatori regolabili nel precarico. I freni sono entrambi a disco, collegati a un modernissimo impianto ABS a un canale dotato di piattaforma inerziale IMU che evita il sollevamento della ruota posteriore nelle frenate più decise. Il prezzo elevato è giustificato dalle dotazioni e soprattutto dall’estrema cura dei materiali e dall’assemblaggio perfetto.
Come va
La Monkey è minuscola, ma
lo spazio è ben sfruttato: la sella è imbottita e lunga, le pedane sono vicine alle ginocchia ma le gambe trovano spazio lungo il serbatoio e lontane dal manubrio. L’avviamento è elettrico, le marce sono lunghe e la frizione è morbida: il motore accelera con decisione grazie al peso contenuto (107 kg) e allunga senza strappi fino alla massima velocità di oltre 100 km/h. Da record i consumi: oltre 60 km/litro guidando “allegri” consentono di fare rifornimento ogni 300 km. Nel traffico la Monkey è imbattibile e divertentissima: tutto è sotto controllo, grazie anche al manubrio largo, mentre l’ottimo raggio di sterzo permette di girare su se stessi in meno di 2 metri. La ciclistica è robusta e le asperità del terreno vengono filtrate abbastanza bene. Ottima e decisa la frenata su entrambe le ruote.
