Dopo l'arrivo della R 1200 GS raffreddata a liquido, puntualmente arriva la versione dedicata agli amanti dell'avventura e dei viaggi in fuoristrada, la
R 1200 GS Adventure. Analogamente alla
R 1200 GS, anche l'Adventure sfrutta il nuovissimo Boxer di 1.170 cm
3 con raffreddamento misto aria/liquido (prima aria/olio), capace di ben
125 CV a 7.750 giri. Anche in questo caso è massiccio il ricorso all'elettronica: già nella versione di serie, la R 1200 GS Adventure è equipaggiata con
ABS, controllo di trazione
ASC (Automatic Stability Control) e
doppia mappatura del motore, “Rain” e “Road”, per guidare in sicurezza in ogni situazione. Solo optional, invece, le “
Mappature motore Pro” (335 euro) che offrono tre modalità di guida supplementari (“Dynamic”, “Enduro” ed “Enduro Pro” ) e che mettono a disposizione del pilota le opzioni “Enduro ABS” ed “Enduro ASC” per la guida in fuoristrada; optional anche le
sospensioni semiattive Dynamic ESA (Electronic Suspension Adjustment - costano 800 euro), capaci di adattare automaticamente la loro taratura alla modalità di guida selezionata.
Specifica per il fuoristada
Per tenere conto delle esigenze della guida in fuoristrada, rispetto alla R 1200 GS, ci sono delle pedane più allargate e senza gommini, per offrire più grip agli stivaloni da enduro, paramani, sospensioni dall'
escursione maggiorata di 20 mm e robuste protezioni tubolari di acciaio a protezione di motore e serbatoio. La nuova R 1200 GS Adventure sarà disponibili dal mese di febbraio in tre colorazioni: Olive Pastello, Racing Blu metallizzato opaco e il classico Alpinweiss.
Come va
Con il suo serbatoio dakariano, le sospensioni a lunga escursione e la seduta posta a 90 cm da terra, la
R 1200 GS Adventure da fermo incute un certo timore, anche perché il peso non è certo dei più contenuti: la casa dichiara 260 kg in ordine di marcia col serbatoio riempito al 90%, ben 4 kg in più della precedente Adventure; eppure il baricentro basso, i fianchi stretti e il manubrio bello largo
aiutano a gestirla senza troppi pensieri. Una volta in sella bastano infatti pochi metri per prendere “le misure” e ritrovarsi a guidare la GS di sempre, con una maneggevolezza e un’agilità che mai e poi mai ti aspetteresti da un “bestione” di questo tipo.
La moto che non ti aspetti
Una moto del genere ti aspetteresti di provarla in autostrada o su un percorso misto-veloce, quelli a lei più congeniali; e invece l’abbiamo maltrattata su stradine di montagna, zeppo di curve strettissime e cambi di pendenza , senz’altro più adatte a una motard che non a una maxiendurona come questa. Il baricentro basso del motore boxer e il nuovo telaio ci hanno stupito:
la Adventure, nonostante la mole, è veloce nel passare da una curva all’altra, sfoderando una maneggevolezza da far impallidire sportive ben più blasonate. Con la mappatura del motore impostata su Dynamic e le sospensioni Esa settate su hard è davvero difficile starle dietro: basta lasciarla scorrere e sfruttare i medi del motore Boxer che tra i 2000 e i 5000 giri sono davvero esagerati.
Frena forte
L’impianto frenante
ci è piaciuto molto per modulabilità e progressione nell’intervento, con l’ABS che non è mai entrato in funzione durante la giornata del test, segno di un dispositivo davvero ben a punto. Bene anche le gomme di primo equipaggiamento, le Michelin Anakee III, che hanno assicurato sempre il grip ottimale persino in presenza di fondi umidi e scivolosi.
Fuori… ma adagio
Visto che l’Adventure è una vera moto totale, abbiamo voluto vedere come se la cavava anche nel fuoristrada leggero.
Basta inserire la mappatura Enduro (optional) e automaticamente la ciclistica si “adatta” alla guida in fuoristrada: la sospensioni ESA (optional) hanno una taratura più morbida, la risposta del motore è più dolce, le caratteristiche dell’ABS sono ottimizzate per la guida con pneumatici stradali su fondi sterrati spostando più in alto il limite di intervento inoltre il controllo di trazione ASC è meno invasivo.
Finché si viaggia su fondi compatti, la Adventure è poco impegnativa, ma appena il fondo diventa “smosso” o con tratti fangosi, ci vogliono braccia ed esperienza per gestirla, anche perché una scivolata potrebbe costare parecchio cara nonostante la presenza delle barre paramotore e paraserbatoio.
Comfort da GT
Tornando sulle strade a lei più congeniali, la Adventure offre un comfort di marcia da autentica GT, complici l’ampio parabrezza regolabile manualmente e i nuovi deflettori frontali. Il motore, rispetto alla
R 1200 GS Adventure, ha un’erogazione più fluida, meno “cattiva”, più in linea con la sua vocazione da globetrotter, con una ciclistica precisa e rigorosa anche con bagaglio e passeggero. Insomma è una moto totale, adatta a chi ama i viaggi “avventurosi” e non si tira indietro quando termina l’asfalto e c’è da "sporcarsi” con la terra.