Yamaha MT-10 SP - Vai più forte, se la sai regolare
Ha sistemi elettronici raffinati (che bisogna imparare a usare), le sospensioni “intelligenti” della R1M, un gran motore e una posizione di guida comoda. Soffre i fondi stradali rovinati e costa un po’ cara
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€ 16.190
Foto e immagini
Come è fatta
Aun anno dal debutto, la MT-10 diventa una famiglia: ad affiancare la versione “base” arrivano la Tourer (vedi box nella pagina a fianco) e la raffinata SP. Quest’ultima sfoggia molte novità interessanti, a partire dalle sospensioni di derivazione R1M: un “pacchetto” Öhlins a gestione elettronica degno di una SBK da pista... e che richiede un po’ di ore di studio per essere sfruttato come si deve. Il pilota infatti può scegliere tra ben cinque modalità di funzionamento: due “intelligenti”(A1-Sport e A2-Touring), che adattano in automatico le regolazioni dell’idraulica in base al tipo di strada e allo stile di guida del pilota, mentre le tre “manuali” (M1, M2 e M3) permettono di selezionare tarature fisse ma personalizzabili. Completano la ricca dotazione il cambio elettronico (di serie su tutte le MT-10 2017) e quattro riding mode (esclusivi della SP) che “accordano” tra loro le reazioni di tutti gli altri sistemi elettronici a seconda della mappatura selezionata. Resta immutato il motore quattro cilindri in linea da 998 cm3 e 160,4 CV, dotato di tre mappature (Soft, Medium e Sport) e controllo di trazione settabile su tre livelli. Confermati anche l’acceleratore elettronico, il cruise control (utilizzabile da 50 a 180 km/h dalla quarta in avanti) e la frizione antisaltellamento con sistema di “assistenza” che riduce lo sforzo sulla leva. In mezzo a tanta ricchezza, stranamente l’ABS è privo della funzione “cornering”: arriverà più avanti?
Come va
La posizione di guida è un po’ più caricata in avanti rispetto alla MT-10 “base”, ma sempre comoda: si potrebbe guidare per ore senza stancarsi troppo... se avesse un assetto più morbido. Su strada infatti l’assetto sportivo e la sella piuttosto dura limitano il comfort, anche utilizzando l’impostazione più “soffice” delle sospensioni si salta: è tarata per la pista. L’erogazione del 4 cilindri è bella piena e corposa, tutto sommato “educata” per un 1000 da 160 CV. La MT reagisce fluida ai comandi del pilota: non è un fulmine nello scendere in piega, ma è molto precisa e sempre controllabile, grazie all’elettronica a punto. Peccato che i riding mode si possano selezionare solo a moto ferma. Il cambio va bene, ma il sistema elettronico funziona solo in inserimento di marcia e non in scalata. Ok i freni, tenendo a mente quando si viaggia veloci che l’ABS non è “cornering”: in curva meglio pinzare con attenzione!
Aun anno dal debutto, la MT-10 diventa una famiglia: ad affiancare la versione “base” arrivano la Tourer (vedi box nella pagina a fianco) e la raffinata SP. Quest’ultima sfoggia molte novità interessanti, a partire dalle sospensioni di derivazione R1M: un “pacchetto” Öhlins a gestione elettronica degno di una SBK da pista... e che richiede un po’ di ore di studio per essere sfruttato come si deve. Il pilota infatti può scegliere tra ben cinque modalità di funzionamento: due “intelligenti”(A1-Sport e A2-Touring), che adattano in automatico le regolazioni dell’idraulica in base al tipo di strada e allo stile di guida del pilota, mentre le tre “manuali” (M1, M2 e M3) permettono di selezionare tarature fisse ma personalizzabili. Completano la ricca dotazione il cambio elettronico (di serie su tutte le MT-10 2017) e quattro riding mode (esclusivi della SP) che “accordano” tra loro le reazioni di tutti gli altri sistemi elettronici a seconda della mappatura selezionata. Resta immutato il motore quattro cilindri in linea da 998 cm3 e 160,4 CV, dotato di tre mappature (Soft, Medium e Sport) e controllo di trazione settabile su tre livelli. Confermati anche l’acceleratore elettronico, il cruise control (utilizzabile da 50 a 180 km/h dalla quarta in avanti) e la frizione antisaltellamento con sistema di “assistenza” che riduce lo sforzo sulla leva. In mezzo a tanta ricchezza, stranamente l’ABS è privo della funzione “cornering”: arriverà più avanti?
Come va
La posizione di guida è un po’ più caricata in avanti rispetto alla MT-10 “base”, ma sempre comoda: si potrebbe guidare per ore senza stancarsi troppo... se avesse un assetto più morbido. Su strada infatti l’assetto sportivo e la sella piuttosto dura limitano il comfort, anche utilizzando l’impostazione più “soffice” delle sospensioni si salta: è tarata per la pista. L’erogazione del 4 cilindri è bella piena e corposa, tutto sommato “educata” per un 1000 da 160 CV. La MT reagisce fluida ai comandi del pilota: non è un fulmine nello scendere in piega, ma è molto precisa e sempre controllabile, grazie all’elettronica a punto. Peccato che i riding mode si possano selezionare solo a moto ferma. Il cambio va bene, ma il sistema elettronico funziona solo in inserimento di marcia e non in scalata. Ok i freni, tenendo a mente quando si viaggia veloci che l’ABS non è “cornering”: in curva meglio pinzare con attenzione!
Carta d'identità
Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore | 4 cilindri 4 tempi |
Cilindrata (cm3) | 998 |
Raffreddamento | a liquido |
Alimentazione | a iniezione |
Cambio | a 6 marce |
Potenza CV (kW)/giri | 160,4 (118)/11500 |
Freno anteriore | a doppio disco |
Freno posteriore | a disco |
Velocità massima (km/h) | nd |
Dimensioni
Altezza sella (cm) | 83 |
Interasse (cm) | 140 |
Lunghezza (cm) | 210 |
Peso (kg) | 210 |
Pneumatico anteriore | 120/70 - 17" |
Pneumatico posteriore | 190/55 - 17" |
Capacità serbatoio (litri) | 17 |
Riserva litri | nd |
Yamaha MT-10 SP 2017
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