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Moto vintage sportive ed eleganti: ecco i modelli a meno di 9.000 euro

Le moto vintage di media cilindrata sono leggere, facili da guidare e capaci di prestazioni brillanti. Ecco cinque modelli di qualità

Fascino vagamente retrò ma contenuti tecnici moderni: è questa la ricetta di successo delle modern classic. Oggi analizziamo le medie “entry level”, cinque modelli di moto con cilindrate comprese fra i 600 e gli 800 cm3, potenze comprese fra i 60 e i 95 CV e tutte depotenziabili per la patente A2. Moto adatte anche a chi ha poca esperienza, grazie a pesi e dimensioni mai eccessivi, e con prezzi attorno ai 9.000 euro.


Honda CB650R

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Fra le cinque è l’unica ad avere un motore a quattro cilindri in linea, una potenza superiore agli 80 CV e una triangolazione più vicina a una nuda sportiva. Tuttavia, pur fuori dal coro, la CB650R interpreta il concetto di modern classic in modo originale e, diremmo, ben riuscito. Chiave del design è il faro anteriore di forma tonda, che richiama lo stile Neo Sport Café visto per la prima volta con la CB1000R, con linee muscolose e sovrastrutture ridotte all’osso, con l’obiettivo di esaltare il motore. Il quattro-in-linea di 649 cc offre 95 CV di potenza massima a 12.000 giri/min. ed è abbinato all’innovativo cambio con frizione elettronica E-Clutch. Lato ciclistica troviamo un telaio in acciaio con struttura a diamante, forcella Showa SFF-BP a steli rovesciati di 41 mm e monoammortizzatore regolabile nel precarico su 10 posizioni. L’impianto frenante sfoggia all’avantreno due dischi flottanti di 310 mm di diametro con pinze radiali Nissin a quattro pistoncini, al retrotreno un disco di 240 mm. I cerchi sono entrambi da 17” mentre interasse, altezza sella e peso in ordine di marcia valgono rispettivamente 1.450 mm, 810 mm e 207 kg. 

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In foto la versione con E-Clutch, il sistema di controllo automatizzato della frizione sviluppato da Honda

Il motore offre un’erogazione fluida e lineare lungo tutto l’arco del contagiri, riprendendo senza sussulti anche a regimi molto bassi, con una spinta consistente ai medi regimi. Nel misto stretto eccelle per precisione e reattività, svelta nei cambi di direzione mostra una buona precisione dell’avantreno, al netto di una forcella non particolarmente sostenuta per la guida sportiva. Efficace la frenata, garantisce decelerazioni in spazi ridotti con un comando non eccessivamente aggressivo.

Prezzo: 8.790 euro - 9.190 euro la versione con E-Clutch
 


Kawasaki Z650RS

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La Z650RS è la più classica fra le cinque protagoniste per quanto riguarda le linee, ma ad esse unisce la moderna piattaforma tecnica della cugina nuda Z650: motore bicilindrico parallelo di 649 cc e telaio a traliccio in acciaio. La potenza dichiarata è di 68 CV a 8.000 giri/min, con un picco di coppia di 64 Nm a 7.700 giri/min. All’avantreno troviamo una forcella a steli tradizionali di 41 mm di diametro e una coppia di dischi semiflottanti di 300 mm di diametro; al retrotreno il forcellone bibraccio attiva un monoammortizzatore regolabile nel precarico, mentre c’è un disco singolo di 220 mm.

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La posizione di guida è naturale e permette a chiunque di prendere confidenza in fretta con la moto, grazie anche al suo peso di soli 175 kg in ordine di marcia. Il bicilindrico è poi estremamente fluido, la risposta del gas è dolce e sfodera una bella dose di coppia proprio dove serve: tra i 4.500 e gli 8.000 giri, con una “schiena” perfetta per strade medio-veloci, dove emerge anche l’ottima ciclistica della Z650RS, sincera ed efficace, che non ama però comandi troppo bruschi, dato l’assetto più votato a filtrare le sconnessioni della strada che alla guida sportiva. Bene la frenata, sufficientemente potente e dai comandi modulabili.

Prezzo: 7.990 euro, ora in promozione a 6.890 euro.
 

Moto Morini Seiemmezzo STR

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La Seiemmezzo riprende le linee della Morini 3 e 1/2 degli anni '70, reinterpretandone però lo stile in chiave moderna. Faro tondo con luci full-LED, serbatoio tondeggiante, sella piatta con logo in rilievo, fianchetti con impresso il logo. Sotto al vestito ritroviamo il propulsore bicilindrico parallelo frontemarcia di 649 cc equipaggiato sulla crossover X-Cape, accreditato di 60 CV di potenza massima a 8.250 giri/min. Abbinate al telaio a traliccio in acciaio troviamo forcella con steli rovesciati di 41 mm e monoammortizzatore, entrambi firmati Kayaba e regolabili nell’idraulica e nel precarico. La frenata all’avantreno vede un doppio disco da 298 mm e pinze Brembo, che offrono però poco mordente per la guida sportiva. In sella lo spazio non manca, e grazie alla seduta collocata a 81 cm toccare terra non è un problema.

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Piace l’erogazione del motore, con una risposta molto pronta ai bassi e una buona progressione ai medi. L’allungo invece non è il suo forte. La Seiemmezzo è divertente da guidare fra le curve, offre un setting piuttosto sostenuto e il cerchio da 18” offre una buona stabilità in percorrenza, pur perdendo qualcosa in termini di reattività nei cambi di direzione e in ingresso curva. Rapido e abbastanza preciso negli innesti il cambio, comandato da una frizione morbida da azionare e con uno stacco progressivo.

Prezzo: 6.340 euro f.c.
 

Triumph Trident 660

La Trident 660, grazie al suo tre cilindri in linea, si pone a metà strada fra la quadricilindrica Honda e le bicilindriche Kawasaki, Morini e Yamaha. Propulsore che deriva, seppur con numerose e opportune modifiche, da quello della cugina nuda Street Triple S e che si apprezza per la sua elasticità ai bassi, per l’ottima progressione ai medi e per il buon carattere agli alti. La cilindrata è di 660 cc e raggiunge la potenza massima di 81 CV a 10.250 giri/min., con un picco di coppia di 64 Nm a 6.250 giri/min. Due le mappe motore. Il telaio è un’unità perimetrale in acciaio, e vede abbinate una forcella Showa Big Piston a steli rovesciati di 41 mm; al retrotreno, il forcellone in acciaio attiva un monoammortizzatore regolabile nel precarico. Due dischi di 320 mm e un disco singolo di 255 mm compongono l’impianto frenante, di serie l’ABS cornering. 

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La posizione di guida della Trident 660 è vagamente d’attacco: il busto è caricato sul manubrio largo e le pedane sono leggermente arretrate. Una triangolazione che però non penalizza eccessivamente il comfort, mentre l’abitabilità è buona anche per chi si aggira attorno ai 180 cm di statura. Il cambio è preciso e rapido negli innesti, e il comando della frizione non affatica nemmeno nell’utilizzo intensivo in città. Fra le curve diverte anche quando si alza il ritmo: è facile da guidare, ben bilanciata e prevedibile in ogni situazione. Le sospensioni offrono però un setting abbastanza sostenuto, più orientato alla guida sportiva che all’utilizzo quotidiano in città. A soffrire di più è il mono posteriore, che fatica a filtrare le sollecitazioni quando si transita su buche o pavé. I freni non sono particolarmente aggressivi, ma più che adatti a frenare la Trident in spazi ragionevoli, anche quando si guida di buon passo.

Prezzo: 8.395 euro f.c.
 

Yamaha XSR700

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Yamaha è stata tra le prime case a vedere nella personalizzazione delle moto di serie una reale tendenza del mercato. Tra i modelli più apprezzati c’è la XSR700, caratterizzata da uno stile retrò ma, così come le concorrenti sopracitate, dotata di una meccanica moderna. Cuore pulsante è l’apprezzato bicilindrico frontemarcia di 689 cc, la stessa unità equipaggiata sulla naked MT-07, sulla crossover Tracer 7 e sulla adventure Ténéré 700. Un propulsore accreditato di 73,4 CV a 8.750 giri/min., fluido e vigoroso ai bassi e medi regimi. Agli alti perde un po’ di verve, ma è inutile tirarlo fino al collo: meglio sfruttarlo ai medi, dove mostra una bella schiena. A livello ciclistico troviamo un telaio a diamante in acciaio, al quale sono abbinate una forcella a steli tradizionali e un monoammortizzatore regolabile nel precarico. All’avantreno troviamo una coppia di dischi di 298 mm di diametro, sui quali lavorano pinze assiali a due pistoncini. 188 i kg in ordine di marcia. 

In sella si sta comodi grazie al manubrio largo e rialzato (solo chi supera il metro e 85 ha le gambe un po’ troppo piegate), mentre la corretta distribuzione dei pesi rende l’avantreno leggero e reattivo. Nessun grosso problema per chi è corto di gamba: la sella si trova a 83,5 cm da terra, non bassissima, ma la snellezza aiuta a poggiare entrambi i piedi. Si apprezza l’assetto morbido delle sospensioni, in grado di filtrare bene le sollecitazioni trasmesse dai fondi irregolari, senza però essere cedevole. I freni, in particolare all’anteriore, sono modulabili anche se poco grintosi: per fermarsi in poco spazio bisogna “strizzarli”.

Prezzo: 8.499 euro f.c.

 

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