E io mi faccio la 4 cilindri 2T da GP, l'incredibile storia della Polverelli 500
Ecco la 500 quattro cilindri due tempi nata dal genio e dalla follia di un romagnolo che ha realizzato il proprio sogno

Le due tempi da Gran Premio sono pressoché sparite dalle piste ma non dal cuore degli appassionati, soprattutto di quelli che le avevano viste correre tra gli anni ‘80 e ‘90. C’è chi se n’è comprata una e le dà una spolveratina ogni tanto, Cristian Polverelli ne ha costruita una tutta sua, di sana pianta. Una 500 quattro cilindri due tempi nata dal genio e dalla follia di un romagnolo che ha realizzato il proprio sogno.

Solo l'estro e la passione romagnola potevano permettere di portare a compimento questo progetto
Fondamentale l’esperienza dei… kart
Non è stata una passeggiata, certamente, ma Polverelli, che oggi ha 49 anni, non è uno sprovveduto. Ha studiato ingegneria ed oggi è titolare di un’officina che effettua lavorazioni meccaniche di precisione a San Marino, aveva imparato tanto sulle pagine di Mototecnica – un giornale che oggi non c’è più ma proponeva servizi approfonditissime e motori smontati in abbondanza – e si è informato interrogando tutti i tecnici della zona, che in Romagna sono tanti. Ma la chiave è stata la Motori Seven, una azienda di Cesena che produce propulsori da kart, PreGP, minicross e paramotore.
«Sono andato da loro per conoscerli e ho spiegato cosa volevo fare. È una piccola realtà, babbo, figlio e qualche dipendente, ma lì ho imparato tantissimo. Ho fatto fare i cilindri a loro e ho disegnato tutto il resto: i carter, la primaria, gli alberi, varie trasmissioni. In definitiva tutto quello che componeva il motore».

Trovare 4 carburatori per alimentare il motore 500 2T non è stato affatto facile
E i carburatori?
L’architettura era insita nell’idea di partenza: doveva essere una 500 del Gran Premio come quelle che correvano tra gli anni ‘80 e ‘90, dunque quattro cilindri a V di 90° a due tempi con misure di alesaggio e cosa 54 x 54 mm e ammissione lamellare. Due scarichi che uscivano sotto la sella e altri due su un fianco. E il resto? Frizione a secco di un motore Ducati, cambio estraibile di una MV Agusta F4 e poi… sono cominciati i guai. Già, perché servivano i carburatori in batteria ma al tempo li avevano solo le moto ufficiali e oggi che tutti sono passati all’iniezione non si trovano nemmeno più i carburatori singoli. Ma per i motori a due tempi il mondo dei kart è una miniera: c’è una categoria nella quale sono imposti i carburatori Dellorto BHSH 30 mm Ø, l’intraprendente Polverelli ne ha presi quattro e li ha montati uno di fianco all’altro come fossero in batteria. È stato necessario costruire dei collettori ad hoc, e fanno una curva a che porta via qualche cavallo in termini di potenza massima, ma Polverelli non se ne è preoccupato.
«Lo sapevo anche quando li ho realizzati, ma stavo costruendo la moto per me e ho pensato che per le mie capacità di guida la potenza sarebbe stata comunque sovrabbondante. Facendoli come vanno fatti, la moto diventerebbe impegnativa per chi non è pilota».

Il telaio è quello di un'Aprilia RSV 1000
Accensione dalla Slovenia
Nemmeno l’accensione è stata uno scherzo. Era necessario qualcosa di specifico, Polverelli ha contattato due aziende italiane e nemmeno gli hanno risposto.…
«Zeeltronic invece sì, subito, e hanno sempre soddisfatto le mie richieste di informazioni tecniche e spiegazioni sul funzionamento, nonostante alla fine abbia comprato un prodotto da 400 euro. Non è che siano diventati ricchi con me... L’azienda è all’estremità est della Slovenia, a Maribor, e il titolare si è fatto tutto il viaggio fino a San Marino per essere presente quando abbiamo acceso il motore per la prima volta. Poi è venuto anche una seconda, sempre a spese sue, per passione. Comunque il prodotto va molto bene. Da quando sono passato alle candele NGK 105 usate anche sull’Aprilia da GP non ho avuto nessun problema».

Impennare di potenza con una 500 2T è semplicissimo...
Il banco non mente
Il risultato al banco prova è stato lusinghiero: 140 CV a 11.800 giri e un allungo che si può spingere fino a 13.000 giri. Non male per un dilettante…
Naturalmente il tecnico riminese – perché è lì che è nato, nonostante l’azienda sia a San Marino – aveva bisogno di una ciclistica per il suo giocattolo, ha trovato quella di una Aprilia RSV 1000 d’occasione, ha modificato gli attacchi motore anteriori, ha preso il telaietto posteriore di una Yamaha 500 GP del 1989 e il serbatoio di una Honda NC30 400.
Il debutto in pista è stato il 7 agosto 2018, otto anni dopo l’inizio del progetto. Tanti, ma la moto è stata costruita nei ritagli di tempo e Polverelli ne ha poco perché la sua azienda lavora a pieno ritmo.
«Se metto in fila tutti i giorni che ho dedicato alla costruzione della mia moto saranno stati sette o dopo mesi».

Il motore "fatto a pezzi" è un'opera d'arte
Sviluppo continuo e un paio di repliche
Da quel momento è incominciato lo sviluppo, che continua tuttora perché il bello del gioco è proprio quello. Anche perché l’idea è piaciuta a diversi amici del tecnico romagnolo e di moto ne ha già costruite altre due o tre, con telai diversi sempre prelevati da modelli standard. Una modifica di qua, un’uscita in pista di là, E tanta gente che fa capannello per vedere nei dettagli quella che in fondo è un’opera d’arte contemporanea.

Foto e immagini









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