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Dario Ballardini

“Trova un lavoro che ti piace e non lavorerai mai per tutta la vita”. Lo disse Confucio e io ho avuto la fortuna di metterlo in pratica. Bolognese classe 1962, ho cominciato a collaborare con il settimanale Motosprint a 17 anni, nel 1986 sono entrato a far parte della redazione e ci sono rimasto fino quando non sono andato in pensione nel 2017. Dopodiché… non è cambiato niente: ho continua a scrivere di moto quanto e più di prima, soprattutto per inSella. Ma ho trovato il tempo di fare anche un paio di libri: uno sulle gare pirata che si facevano negli anni 60-70 lungo gli stradoni di Bologna e l’altro sulla vita di Jan Thiel, uno dei più famosi tecnici del motomondiale che con i suoi motori ha vinto 49 titoli iridati. 
Nella mia carriera ho seguito come inviato la Parigi-Dakar dei tempi eroici e il Motomondiale, ma mi sono occupato anche di prodotto e in particolare di scooter: per una dozzina d’anni ha anche realizzato servizi televisivi (probabilmente li avete visti nel TG2 Motori). 
Possiedo tre moto d’epoca con le quali per anni mi sono divertito a fare lunghi giri insieme ad un gruppo di amici che condividevano la stessa passione. Al mio attivo ho anche due record mondiali di velocità (sulle 12 e sulle 24 ore) per la classe 125. Ma non me la tiro troppo: in fondo basta tenere il gas spalancato e il casco nel cupolino fino a quando non arriva il momento del cambio pilota, tanto la strada è tutta dritta!
Nella mia vita ho anche seguito i gruppi di ragazzini in parrocchia, conseguito la cintura nera di karate e fatto spettacoli di mangiatore di fuoco, ma oggi ho smesso di esibirmi: a 59 anni forse devo iniziare a comportarmi più seriamente… 

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