Yamaha ci riprova: stavolta il turbo è vero, e assistito elettricamente
Da tempo si parla di un possibile ritorno del turbo sulle moto ma, tra brevetti, prototipi e suggestioni, finora tutto è rimasto sulla carta. Ora Yamaha torna alla carica con un sistema che unisce sovralimentazione classica e assistenza elettrica
Un “vero” turbocompressore affiancato però da un motore elettrico. L’E-Turbo è un sistema ibrido che potrebbe cambiare le prospettive per il ritorno del turbo sulle due ruote. Questa, almeno, l’idea di Yamaha. Anzi, il piano, considerando che il brevetto è già stato depositavo. Ma vediamo meglio in cosa consiste…
Il brevetto Yamaha pubblicato a maggio 2025
Il documento, depositato e reso pubblico a maggio 2025, descrive un sistema di sovralimentazione collocato nella posizione classica di un turbo, cioè direttamente sul collettore di scarico, con la turbina quindi che utilizza l’energia dei gas in uscita per spingere aria in pressione verso l’aspirazione, aumentando la quantità di ossigeno nella combustione e, in proporzione, la potenza erogata. Semplicissimo. Ma il bello delle ancora arrivare…
L’E-Turbo cambia le cose
Se nel mondo auto i turbocompressori sono ormai la norma, nel settore moto non si sono mai realmente imposti. Dai primi esperimenti negli anni Ottanta a oggi, nessun costruttore ha messo in produzione un modello turbo a ciclo continuo. Le uniche eccezioni recenti sono le Kawasaki H2, dotate però di compressore e non di turbo. Le cause principali sono ben note: la risposta ritardata, cioè il cosiddetto “turbo lag”, e la difficoltà di gestione dell’erogazione su un mezzo leggero come una moto.
Ed è proprio a questi limiti che Yamaha sembra voler rispondere, abbinando al turbocompressore tradizionale un piccolo motore elettrico. Il sistema, chiamato “electrically assisted turbocharger”, è già noto nell’ambito automobilistico, ma qui verrebbe adattato all’uso motociclistico come ha intenzione di fare anche Honda. Oltre a rendere più fluida l’erogazione ai bassi regimi, questa soluzione faciliterebbe anche il lavoro degli ingegneri nella messa a punto, e aiuterebbe il pilota a gestire meglio la spinta, soprattutto in curva o su fondi difficili.
Più potenza, meno cilindrata
Il nuovo sistema manterrebbe i vantaggi del cosiddetto downsizing: potenze elevate a fronte di una cilindrata contenuta, con l’obiettivo – almeno teorico – di ridurre consumi ed emissioni, sfruttando minori perdite per attrito nelle fasi di carico parziale. Le illustrazioni contenute nel brevetto non chiariscono però quale tipologia di motore Yamaha abbia in mente. Si va da configurazioni monocilindriche fino a quattro cilindri in linea, lasciando volutamente aperto ogni scenario.
Non è il primo brevetto turbo per Yamaha
Al di là della XJ 650 Turbo anni Ottanta, già nel 2019 si era parlato a Iwata di un bicilindrico in linea turbo, seguito nel 2020 da un secondo brevetto per un tre cilindri sovralimentato, che veniva accostato a una MT-10 anziché a una MT-09, forse per enfatizzare l’idea del downsizing. All’epoca si parlava di 180 CV e 170 Nm, ma nessun modello di serie è mai arrivato. Ora, con l’aggiunta dell’assistenza elettrica, le prospettive potrebbero cambiare. Yamaha, per ora, non si sbilancia. Nessuna informazione su cilindrata, potenza o tempi di produzione. Ma se questo nuovo “E-Turbo” dovesse arrivare davvero sulle strade, potrebbe segnare una svolta tecnica interessante per il mondo delle due ruote.