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Veicoli a guida autonoma, Parisi: mettere ordine nel caos

Tutt’altro che fantascientifici, i veicoli a guida autonoma promettono enormi benefici per tutti. Secondo il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi aumenteranno la sicurezza stradale e ridurranno gli incidenti. Ma quale sarebbe lo scotto da pagare - almeno nel nostro campo - se l’intelligenza artificiale dovesse davvero sostituirsi a quella umana?
AI
Con l’arrivo e la diffusione dei sistemi radar - ormai “di casa” anche sulle moto - il concetto di guida autonoma appare oggi tutt’altro che fantascientifico. Certo, si va un po’ a rilento (dipende dai punti di vista) ed i problemi non mancano (basti ricordare i numerosi ostacoli riscontrati da costruttori e produttori) ma il dato rimane: di qui ai prossimi anni, dieci o quindici che siano, i veicoli a guida autonoma si direbbero destinati a prendere il sopravvento. In pratica macchine, o meglio, computer che superano i limiti dell’uomo decidendo, autonomamente, cosa è giusto o non è giusto fare in una determinata situazione.
Senza scomodare le tre celeberrime leggi di Asimov, l’argomento è più che mai attuale e riguarda, in generale, tutto ciò che concerne l’intelligenza artificiale vista, si direbbe, come una manna dal cielo in grado di migliorare (come in parte abbiamo constatato) la vita di tutti quanti.
Risultano particolarmente interessanti le argomentazioni espresse a tal proposito da Giorgio Parisi, professore emerito dell'Università Sapienza di Roma e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, vicepresidente dell'Accademia dei Lincei nonché premio Nobel 2021 per la fisica. Intervistato dal Corriere della Sera, Parisi s’è detto decisamente fiducioso: “È un campo dove si sta andando avanti molto lentamente - ha spiegato in riferimento alle auto a guida autonoma - ma penso che fra dieci anni ci si arriverà, così si ridurranno gli incidenti automobilistici. L’intelligenza artificiale - ribadisce il professore - ha la capacità di informarsi sul mondo esterno molto meglio dell’uomo". Appunto: l’intelligenza artificiale che, in parte o in toto, andrà a sostituirsi all’uomo (fisici compresi?), pensando al suo posto e garantendo, a detta di molti, risultati certamente migliori. L’argomento è spinoso e, oltre a fisica ed ingegneria, si dovrebbero in tal caso scomodare anche etica e filosofia. Noi, nel nostro piccolo, volendo rimanere nella sfera che più ci compete, una domanda possiamo comunque porla: che ne sarà del piacere di guidare un’auto o una moto quando a farlo sarà un computer dieci volte più intelligente di noi? La risposta appare scontata, ma se è vero che le Intelligenze Artificiali possono contare su rigore e infallibilità nell’apprendere e decidere, altrettanto vero è che l’uomo, meno razionale e più “caotico”, ha dalla sua sentimenti ed emozioni.
La domanda, allora, potrebbe essere un’altra: quale sarà lo scotto da pagare una volta messo “Ordine nel caos” umano?
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