Investimenti importanti
Motivando la decisione di ritirarsi dalle corse in MotoGP a fine 2022 la Suzuki aveva spiegato che si trattava di una scelta strategica, fatta per dedicare risorse allo sviluppo della mobilità sostenibile che in questo momento è il leit motiv per tutti i produttori. Una dichiarazione rilasciata giovedì 27 gennaio scorso ha definito più chiaramente i progetti della Casa di Hamamatsu: entro il 2024 Suzuki vuole introdurre sul mercato una nuova motocicletta elettrica di dimensioni medio/piccole, ed entro il 2030 arrivare a otto modelli a batteria. Sono previsti investimenti da capogiro: oltre 14 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, ai quali si sommano altri 17,6 miliardi di euro di spese in conto capitale, dei quali 3,5 dedicati “soltanto” alle batterie, quello che tuttora è il punto critico della mobilità elettrica. Tutto di qui al 2030. Investimenti – è bene specificarlo – che non riguardano soltanto il settore motociclistico ma tutte le attività della Suzuki. Non si sta lavorando solo sull’elettrico comunque: in una intervista alla testata britannica MCN, il direttore generale di Suzuki GB Paul De Lusignan ha svelato che i giapponesi ”stanno lavorando a tre diverse opzioni relative ai motori a combustione interna: gas naturale compresso, biogas e una miscela di etanolo, tre strade che potenzialmente conducono a motori a combustione interna a emissioni zero”. “La neutralità del carbonio non è solo elettrificazione – ha confermato Nobuo Fujii, Motorcycling Marketing Group Manager per Europa, Nord America e Oceania – . Al momento Suzuki sta valutando varie possibilità, a seconda della cilindrata”.