La pezza è peggio del buco: Milano introduce il MoVe-In per le moto in Area B e C
Le contestate restrizioni in arrivo per le moto in Area B e C a Milano verranno “mitigate”, nelle intenzioni del comune, con l’estensione alle due ruote di MoVe-In, sistema che prevede un tetto chilometrico annuale

MoVe-In
Nonostante le proteste crescenti da parte dei cittadini – e anche il parere di diversi esperti – Milano tira dritto verso nuove restrizioni alla circolazione delle moto. Nei prossimi anni, con l'inasprimento progressivo dei divieti in Area B, anche molte due ruote oggi libere di circolare verranno gradualmente escluse. Una scelta contestata, tanto che è già partita una raccolta firme per un referendum abrogativo promosso da motociclisti e associazioni, che chiedono un ripensamento delle misure. La risposta di Palazzo Marino parrebbe però un’altra: estendere alle due ruote il sistema MoVe-In già attivo per le auto. Una sorta di “permesso a chilometri”, che permetterà anche a molti scooter e motocicli altrimenti bloccati di circolare ancora in Area B per un numero limitato di chilometri all’anno. Vediamo come funziona.
Le nuove limitazioni in arrivo per le moto
Innanzitutto, ripassiamo il “calendario” previsto dal comune. Da ottobre 2025 prende il via una stretta che coinvolgerà anche i motocicli: se oggi sono soggetti a divieto solo i motoveicoli a due tempi Euro 0 e Euro 1, dal 1 ottobre 2025 al 1 ottobre 2030 il blocco verrà esteso progressivamente a più categorie.
Non potranno più entrare
- le moto a due tempi Euro 2
- le moto a quattro Euro 1 e 2
MoVe-In per le moto: come funziona
Come accennato, per “mitigare” l’impatto di queste nuove restrizioni, il comune di Milano ha introdotto la possibilità di aderire al sistema MoVe-In anche per moto e scooter. Si tratta di un meccanismo che permette ai veicoli inquinanti ci di circolare per un chilometraggio annuale limitato, variabile in base alle emissioni del veicolo (per le auto Euro 2 ci sono 600 km l'anno). Il chilometraggio disponibile si calcola considerando tutte le ore del giorno, non solo i momenti in cui i divieti di Area B e C sono attivi.
Le basi "scientifiche"
Il Comune giustifica questa scelta facendo riferimento a studi scientifici, come la TRUE Initiative di Parigi (2018), che mostra come i motocicli Euro 4 possano emettere NOx e CO in quantità simili a quelle delle auto Euro 2-3, e spesso molto superiori rispetto alle auto Euro 6. Ricordiamo tuttavia che secondo l’inventario regionale delle emissioni Inemar (Inventario emissioni aria) di Arpa Lombardia aggiornato al 2021, sul Comune di Milano l’impatto sulle emissioni in atmosfera di ciclomotori e motocicli Euro 0, 1, 2, è pari invece al 7,5 per cento delle emissioni totali comunali di Cov (Composti organici volatili), e ad appena il 2,6 per cento delle emissioni totali comunali di Pm10 e al 0,5 per cento delle emissioni totali comunali di Nox (Ossidi di azoto).
Cosa dice l’assessore alla mobilità di Milano
“La scelta operata dall’Amministrazione tiene conto di diversi fattori, da una parte la limitazione chilometrica – ha spiegato Arianna Censi, assessore alla Mobilità – consente di mantenere entro limiti accettabili, in coerenza con gli obiettivi ambientali, l’impatto dei veicoli oggetto di deroga e nello stesso tempo offre la possibilità di utilizzare ancora la moto, per brevi percorsi, a chi non può permettersi di acquistarne uno meno inquinante. Dall’altra dobbiamo andare avanti con il percorso che abbiamo intrapreso e che è utilizzato anche in altre città europee”.
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