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Monocilindrico 1300, ibrido fra 2 e 4 tempi... il motore del futuro?

Il principio di questa invenzione è molto interessante: si tratta di un motore ibrido quattro tempi-due tempi, che dovrebbe mettere insieme i vantaggi di entrambe le configurazioni. Da un lato consumi contenuti, minori emissioni inquinanti e un carattere più docile, dall’altro maggiori prestazioni a parità di cilindrata

Il mondo delle due ruote è ricco di passione e non mancano mai i tecnici che cercano nuove soluzioni per migliorare quelle ormai cristallizzate da decenni, qualche mese fa vi avevamo raccontato di Astron Aerospace che ha sviluppato un motore in cui le quattro fasi di quattro tempi sono state divise in due camere indipendenti, separate da una precamera nel mezzo con una valvola a disco rotante (ne parlavamo nel dettaglio qui). Oggi invece vi parliamo di un altro prototipo, il tempo ci dirà se questa invenzione funziona davvero ma il principio è molto interessante: si tratta di un motore ibrido quattro tempi-due tempi, che dovrebbe mettere insieme i vantaggi di entrambe le configurazioni. Da un lato consumi contenuti, minori emissioni inquinanti e un carattere più docile, dall’altro maggiori prestazioni a parità di cilindrata.

 

Nasce in Svezia

Lo sviluppo del nuovo propulsore è stato condotto in Svezia dall’ingegnere John Ellwood che ha realizzato questo curioso ”minotauro”. Si tratta di un monocilindrico che ha ancora una fase utile su quattro da buon quattro tempi, ”aspirazione compressione scoppio e scarico”; però l’induzione è controllata da valvole a lamelle e la carica di miscela aria-benzina viene aspirata nel basamento prima di venire immessa nella camera di scoppio; quando lo scoppio avviene, la fase discendente del pistone viene utilizzata per comprimere un’altra carica aria-benzina, e la pressione chiude le valvole a lamelle che impediscono così il reflusso. Nella testata, invece di valvole convenzionali c’è un sistema di valvola a croce rotante azionata da cinghia.

Monocilindrico 1300 cm3

Ellwood garantisce che il sistema funziona e ha realizzato un prototipo monocilindrico di ben 1298 cm³ montato su una ciclistica da circuito. I dati dichiarati sono piuttosto interessanti: potenza massima 150 CV con un regime di rotazione di 6000 giri/minuto, che per un monocilindrico di quella cubatura sono parecchi.

Non è comunque il primo esperimento: John ha iniziato la ricerca a metà degli anni ’90 e il primo esemplare è stato una unità di 500 cm³ ricavata da un vecchio motore da speedway.

 

 

 

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