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Lo strano caso del sistema BMW che migliora l'aderenza con una ventola

Da alcuni brevetti si scopre che la Casa di Monaco sta lavorando all’idea di un’aerodinamica attiva utilizzando l’aria soffiata da ventole

Normalmente i dispositivi aerodinamici e in particolari le ali sfruttano il vento della corsa per esercitare la loro azione, ma da alcuni brevetti recentemente richiesti da BMW emerge che la Casa di Monaco sta lavorando all’idea di un’aerodinamica attiva utilizzando l’aria soffiata da ventole.

Corsi e ricorsi storici

Inedito in campo moto ma il concetto è stato ampiamente impiegato sulle automobili. Il caso più famoso fu quello della Brabham BT46B di F1 ideata dal grande progettista Gordon Murray, quella con una grande ventola nella parte posteriore: era azionata dal motore boxer Alfa Romeo a 12 cilindri e aspirava l’aria da sotto la vettura creando un forte effetto suolo. In barba alle regole che vietavano dispositivi aerodinamici attivi, perché veniva dichiarata come un sistema di raffreddamento. Vinse alla grande la prima gara in cui fu utilizzata, con Niki Lauda, ma venne poi ritirata nonostante fosse legale per non innescare una costosa battaglie di sviluppo fra team avversari. Prima ancora era stato Jim Hall ad applicare l’idea di aspirare l’aria da sotto la Chaparral 2J per creare un certo vuoto sotto la vettura. In questo caso però le ventole erano due e venivano azionate da un motore bicilindrico a due tempi separato da quello della macchina. Molto più di recente Murray ha applicato il sistema della ventola sulla McLaren F1 stradale e poi sulla hypercar T.50 prodotta dalla sua azienda, la Gordon Murray automotive.

A cosa pensa BMW?

BMW ha un’idea un po’ diversa. Nel brevetto viene illustrato un sistema con una ventola interna che convoglia aria ad alta pressione in condotti che sfociano verso ugelli a getto sistemati in varie posizioni della moto. Alette all’interno permettono di indirizzare il flusso verso la zona che serve in quel momento: all’indietro per migliorare l’accelerazione, in avanti per ottenere decelerazioni più vigorose, verso l’alto per aumentare la deportanza o lateralmente per aumentare la pressione della moto sull'asfalto e quindi l'aderenza in curva.

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Lo schema del sistema brevettato da BMW

Un’idea simile era già stata presentata nel 2018 da Bosch, ma era rivolta alla sicurezza e non utilizzava il flusso d’aria prodotto da una ventola, ma generatori di gas simili a quelli usati negli airbag. Questi mandavano getti ad alta pressione in direzioni specifiche, attivandosi in caso di necessità per creare una spinta tale da evitare incidenti, ad esempio attivandosi in caso di perdita di aderenza di una ruota. Le bombole di gas erano monouso e avrebbero dovuto essere rigenerate dopo ogni attivazione. Improponibile perché troppo laborioso e troppo costoso, ma si trattava solo di un prototipo sviluppato per dimostrare la validità dell’idea. 

Il sistema ad aria compressa sviluppato da Bosch per migliorare la tenuta di strada

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