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La Mobilità Nuova inizia da Milano

Sabato scorso a Milano in 50.000 hanno chiesto di orientare le risorse pubbliche per il trasporto dalle “Grandi opere” alla mobilità ecologica delle aree urbane 

L'Italia cambia strada

Meno auto, più pedoni, bici e trasporto pubblico. A chiederlo sono le migliaia di partecipanti (si stimano 50.000) alla manifestazione che si è svolta il 4 maggio in Piazza Duca d'Aosta, davanti alla Stazione Centrale di Milano. Un corteo silenzioso che ha attraversato il capoluogo lombardo fino in Piazza Duomo per promuovere le istanze di Mobilità Nuova, una rete di 150 tra associazioni e movimenti da poco costituita. Un'organizzazione che, con lo slogan “l'Italia cambia strada”, chiede ai governanti di favorire una mobilità alternativa a quella predominante fatta di auto e treni ad alta velocità.




Una legge di iniziativa popolare

L'appello, condiviso tra gli altri da Legambiente, Federazione italiana amici della bicicletta, Touring Club Italiano, Euromobility, Libera e Ciufer (Comitato italiano utenti ferrovie nazionali), è di approvare una legge di iniziativa popolare (la raccolta di firme) che favorisca i modi di spostarsi ecologici ed economici. Il maggiore impiego di treni e trasporto pubblico locale, biciclette e mezzi alternativi permetterebbe, infatti, di preservare l'ambiente e di abbattere i costi per sanità e importazione del greggio, oltre a ridurre il traffico che costa al Belpaese centinaia di milioni di euro per perdita di tempo lavorativo.


Più risorse per il 97,2% delle persone

"L'Italia”, spiegano gli organizzatori dell'iniziativa, “ha ipotecato il futuro delle opere pubbliche e della mobilità approvando progetti per nuove autostrade e nuove linee ad alta velocità ferroviaria che costeranno complessivamente 130 miliardi di euro”. Una cifra che, insieme agli altri investimenti per gli spostamenti superiori ai 50 km, rappresenta il 75% dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture del settore, mentre soltanto il 25% è destinato a interventi sulle aree urbane che rappresentano il 97,2% degli spostamenti della popolazione. Una tendenza che deve essere invertita incrementando gli investimenti “urbani” e introducendo norme che tutelino gli utenti della mobilità dolce, come le zone con limite di velocità a 30 km/h, e l'obbligo per i comuni di ridurre gli spostamenti motorizzati. Per informazioni: www.mobilitanuova.it

Foto: Luigi Marangio

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