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KTM: è ancora crisi, stop alla produzione per mancanza di pezzi

Le attività produttive in Austria si sono fermate. La catena di approvvigionamento s’è interrotta e lo stabilimento di Mattighofen rimarrà chiuso fino ad agosto. Nel frattempo è stata avviata la procedura di sequestro delle azioni di Stefan Pierer

Crisi KTM

Ripresa a fine di marzo, la produzione nello stabilimento di Mattighofen è di nuovo ferma a causa del mancato approvvigionamento di componenti da parte dei fornitori. Il blocco, annunciato tramite un videomessaggio dall’amministratore delegato Gottfried Neumeister, sarà in vigore fino al 31 luglio 2025. Ricordiamo infatti che dopo l’insolvenza dichiarata alla fine di novembre 2024, molti fornitori avevano sospeso le consegne e che, nonostante a fine febbraio la maggioranza dei creditori avesse approvato un piano di ristrutturazione, la catena di approvvigionamento non è di fatto mai stata ripristinata nei tempi previsti. “Non sorprende,” ha spiegato Neumeister, “che durante la procedura d’insolvenza i fornitori abbiano evitato nuovi impegni. Ora non resta che aspettare il prossimo carico di materiali.”

Cassa integrazione e settimana corta

A farne le spese sono i 3.000 dipendenti costretti a questo punto ad una sorta di “cassa integrazione” con orario ridotto a 30 ore settimanali e stipendio decurtato del 20%. 

Sviluppi futuri

Difficile, a questo punto, fare previsioni. L’iniezione di 150 milioni di euro arrivata dal partner indiano Bajaj e il nuovo avvio del 17 marzo non sono bastati: la produzione è durata per appena sei settimane mentre entro il 23 maggio, KTM deve versare 600 milioni di euro ai creditori. Somma oggi tutta da confermare, anche perché l’aumento di capitale previsto è stato cancellato all’ultimo momento. “L’obiettivo resta quello di garantire il futuro di KTM e salvaguardare i posti di lavoro nel lungo periodo,” ha dichiarato Neumeister al magazine Motorrad. “La speranza - ha aggiunto, è di tornare alla piena operatività ad agosto”. 

Le azioni di Stefan Pierer  sotto sequestro

In un simile scenario, Stefan Pierer, già dimessosi a fine gennaio, rischia ora di perdere il controllo del suo pacchetto azionario non avendo rimborsato in tempo un prestito da 65 milioni di euro concesso  a fine dicembre 2024 da Stephan Zöchling, proprietario del produttore di scarichi Remus a fronte di un pacchetto di azioni dato in pegno a Dabepo Holding. Il  rimborso sembra fosse fissato al 19 aprile 2025 e non è mai avvenuto. Ora la Holding ha avviato la procedura di sequestro delle azioni e avrebbe iniziato a offrirle a banche e potenziali acquirenti.

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