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Gli operai Husqvarna contestano i dirigenti KTM

Ieri si è tenuto il primo incontro tra dirigenti di KTM e sindacati per la vertenza Husqvarna. I dipendenti hanno fischiato i manager che rappresentano la Pierer Industries nella trattativa, guardatevi il video. La protesta anche in una lettera aperta

A Varese accoglienza "calda"

Ieri sono arrivari a Varese i manager della KTM, Kohlhuber e Brandtstatter, incaricati di portare avanti la trattativa sulla crisi Husqvarna con i sindacati, punto di snodo per decidere il destino dello stabilimento di Cassinetta di Biandronno dove, dal 1999, nascono tutte le Husky. Quando hanno parcheggiato la loro Porsche Panamera in piazza Monte Grappa, gli uomini KTM sono stati accolti con fischi e slogan scanditi dagli operai di Husqvarna. La Pierer Industries, cioè KTM, ha acquistato a marzo l’azienda da BMW, e, a distanza di un mese, ha deciso di bloccare la produzione di moto in Italia, chiedendo la cassa integrazione straordinaria per 212 dei 240 lavoratori (qui e qui le news precedenti). "Un metodo pessimo - ha commentato Nino Cartosio della Fiom Cgil a varesenews - perché KTM ha mandato avanti la procedura prima di fare l’accordo. Solitamente si fa il contrario".
Di seguito pubblichiamo una lettera aperta dei dipendenti Husqvarna giunta al direttore, nella quale si chiede un intervento dello Stato Italiano a fronte di una situazione che di giorno in giorno si rivela sempre più drammatica.

Egregio Direttore,
ci permettiamo di scriverLe queste poche righe per chiederLe supporto nella difficile situazione che sta vivendo in questi giorni Husqvarna Motorcycles di Biandronno. Dal 6 marzo scorso, la proprietà di Husqvarna Motorcycles, è passata dal gruppo BMW a Pierer Industrie AG, a seguito del nulla osta avuto dall’Antitrust Austriaco, concesso senza l’esistenza di nessun piano industriale.
Successivamente all’insediamento della nuova dirigenza presso la sede di Biandronno, in meno di un mese la Pierer Industrie ha preso la drastica decisione di mettere l’azienda in Cassa Integrazione Straordinaria per Cessazione Parziale di Attività, senza possibilità di reintegro, quindi un anticamera al licenziamento collettivo. Suddetta Cassa Integrazione è stata richiesta per 212 dipendenti su un totale di 240 perdendo, a nostro avviso, la definizione stessa di parziale. Tralasciando l’amarezza e la situazione di totale instabilità personale che ci vedremo costretti a fronteggiare a breve, tralasciando il danno che si va a creare anche a parecchie aziende dell’indotto (sempre sul territorio locale), ci domandiamo come sia possibile permettere ad aziende straniere di mettere in atto tali piani “distruttivi”.
Lo Stato Italiano andrà a pagare la Cassa Integrazione per un anno per 212 persone perché BMW ha fallito a livello strategico e perché Pierer Industrie AG non ha nessuna intenzione di investire in un piano di rilancio che coinvolga l’Italia. Questo con la sola intenzione di chiudere le attività esistenti in loco e acquisire un prestigioso marchio italiano.
La domanda che ci poniamo è la seguente: permetteremo sempre alle aziende straniere di violentare la nostra economia solo perché sono in grado sul breve periodo di garantire capitali? Quando cominceremo a preservare il nostro Paese e la nostra individualità verificando che, effettivamente tutte queste promesse saranno mantenute anche sul lungo periodo? E chi vigilerà sulla effettiva legittimità di certe azioni commerciali preservando anche i lavoratori effettivamente legati al territorio?
Sappiamo perfettamente che Husqvarna Motorcycles è solamente una piccola goccia in mezzo al mare, ma riteniamo che in tempi come questi il cosidetto MADE IN ITALY sia la chiave per permetterci di ripartire.
Vogliamo veramente continuare a permettere ai grandi colossi stranieri di imbavagliarci e di saccheggiare la nostra economia?
Ringraziandola per la cortese attenzione e sperando di ricevere da Lei una gentile risposta alla mail sotto indicata.
Porgiamo distinti saluti

Un gruppo di dipendenti di Husqvarna Motorcycles

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topomoto
Mar, 04/30/2013 - 10:17
Sono incxxxati neri!!!
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Gladius
Mer, 05/01/2013 - 01:56
Che mancanza di stile. Venire con la panamera da sbruffoni a licenziare gli operai della ex concorrenza che hanno cancellato. Bravi dipendenti Husky: fatevi velere. Non avete niente da perdere. Non fate come i "bravi" operai indiani che per un pugno di rupie abbassono la testa e costruiscono le ktm.
Zamboni Federico
Mer, 05/01/2013 - 07:52
Le solite globalizzazioni fatte senza rispettare nessuna regola : a quando uno stato serio la smetta di permettere queste pratiche e oltre che a riempirci di tasse magari metta delle regole serie... Liberalizzare si ma nel rispetto della dignità delle persone esempio sintetico : economia comunista = uomo al servizio dello stato che per ottenere obbiettivi sacrifica diritti individuali per contro, economia liberista = uomo al servizio dell'economia multinazionali che per crescere violano tutti i diritti delle persone e nessuna regola rispettata. Economia seria e quella che mette al centro le persone e non solo i profitti gli stati seri lo hanno capito..
Daccordo. E la chicca di questa scialba messainscena é il nullaosta dato dall'antitrust austriaco. Per una ditta italiana che sta per essere mangiata da una delle lorro!
Carlo Recla
Mer, 05/01/2013 - 17:38
Un vergognoso, spregiudicato sistema per liberarsi di una concorrenza fastidiosa, messo in atto infinite altre volte nei campi più disparati con cinismo e miopia. Condurre un'azienda significa, anche, saper cogliere tutte le opportunità che da essa possono scaturire. Nell'ambito specifico, gli italiani hanno da sempre dimostrato di saper offrire quella marcia in più che ha ispirato competitor altrimenti pressoché privi di idee: trovo poco intelligente tale atteggiamento e, mi spiace, temo un futuro nero per KTM, con siffatta dirigenza.
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Ninja
Gio, 05/02/2013 - 09:59
un boicottaggio in Italia, in pratica un'astensione dal comprare le costosissime moto austriache, fino a una conclusione più ragionevole della vertenza. Complimenti poi ai dirigenti, giunti per mandare sul lastrico 240 operai a bordo di una Porsche Panamera (costo: da 88.000 a 170.000 euro secondo i motori): nostalgia per i tempi in cui il loro connazionale Adolfo viaggiava su una (anch'essa nerissima) Mercedes 770K ?