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Gibraltar Race: non esiste la moto perfetta, ma l'esperienza paga sempre

Alistair Allan ha vinto su Bmw HP2, al secondo posto Ugo Filosa con una Africa Twin. Ma la gara si può affrontare anche con moto di media cilindrata, non necessariamente bicilindriche. Durussel e Alessandrini hanno ben figurato con monocilindrici "storici", mentre le nuove Ktm 790 hanno passato l'esame. Laura Cola ha portato al faro di Finisterre la Royal Enfield.
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Ha iniziato al comando e ha concluso primo: Alistair Allan e la sua Bmw Hp2 hanno vinto la quarta edizione della Gibraltar Race: il pilota britannico è stato il più regolare e non ha sofferto gli inconvenienti tecnici che invece hanno estromesso dalla competizione il suo principale antagonista, Jens Behling. Ottimo secondo posto sotto il faro di Finisterre per Ugo Filosa (Honda Africa Twin),  capace di una gara in crescendo e di un rush nelle ultime tappe che lo ha premiato con la piazza d'onore. Al terzo posto si è piazzato un altro pilota d'oltremanica, Mark Kinnard.

I vecchi leoni
Un elemento che salta agli occhi - scorrendo la classifica di un raid che ormai è diventato il punto di riferimento per le gare di navigazione in moto - è l'importanza dell'esperienza nel riuscire bene in una gara come la Gibraltar. Tutti i migliori non erano dei novelli della manifestazione: per gli italiani soddisfazione anche per un altro veterano, con l'inossidabile Renato Zocchi che non ha tradito le attese in sella al proprio Honda X-ADV, conquistando la prima posizione in classe 2 (moto tra 600 e 950cc) anche il settimo posto assoluto.

Finale con sorpresa
La Gibraltar Race quest'anno ha riservato ai concorrenti un finale duro, impegnandoli al massimo fino all'ultimo degli ottomila chilometri di gara: nei due giorni conclusivi i Gibraltar Heroes erano partiti da Zamora, entrando poi in Portogallo per ritornare infine verso nord, in Spagna. Si è trattato di un percorso che ha unito tutte le difficoltà dell'off road incontrate nella seconda parte del raid: un bel mix di strade bianche, terra, erba, smosso e persino alberi di traverso che – unito alla stanchezza accumulata nelle due settimane di gara iniziate a Danzica- hanno contribuito a rendere particolarmente selettivo il finale della Gibraltar 2019.

Tradito sul più bello
La gara aveva perso l'assoluto protagonista alla tappa 11: fino a quel momento Jens Behling aveva navigato come nessun altro e tratto il meglio dalla propria Bmw R100, che però lo ha mollato sul più bello. A nulla sono valse le riparazioni di fortuna e i generosi sforzi profusi dai compagni di avventura (il premio per il pilota più altruista è stato consegnato a Finisterre a Heine Saksjear): le perdite di olio dal motore non permettevano di continuare in nessun modo. Dopo l'uscita di scena di Behling, Allan ha ripreso il comando della generale, che non ha più lasciato fino alla fine di questa quarta edizione. Se la “vecchietta” del pilota tedesco ha abbandonato il vincitore morale della gara sul più bello, correre con una moto d'epoca, vintage o aged secondo la denominazione che più si gradisce, rimane un'opzione valida e dall'indubbio fascino. Lo dimostra per esempio la gara di Luca Alessandrini, che in sella al proprio Dominator non ha certo sfigurato, anche se pure per lui non sono mancati gli inconvenienti. In particolare la rottura del mono posteriore ha obbligato l'italiano a disputare le ultime tappe senz'altra soluzione che proseguire alla meno peggio con quel che aveva: nota di merito per Luca che alla fine ha concluso comunque in buona posizione: 13esimo nella generale e secondo di categoria alle spalle di Dominique Durussel (Honda XR400R). Proprio lo svizzero ha dato dimostrazione di come non esista una formula perfetta, una soluzione tecnica unica  per affrontare la Gibraltar: il numero 34 è sempre stato in top ten e il suo sesto posto nella generale è anche il terzo di categoria tra le moto sotto i 600cc: meglio di lui hanno fatto il già citato Kinnard con un Ktm Exc 500 Rally e Bob Coerse, su Husqvarna 501.

Domatori di bicilindriche
Tra gli italiani votati invece alle grosse bicilindriche hanno condotto una gara in crescendo Pietro Bartolomei e Riccardo Taroni (15esimo e 16esimo al faro di Finisterre): il toscano e il romagnolo hanno dovuto prendere le misure alle loro Africa Twin ma - dopo avere capito al meglio come gestire le gomme e la stazza del mezzo- si sono tolti alcune soddisfazioni: “È una moto che nello stretto non è facile da portare, bisogna prenderci la mano – ha spiegato Taroni-. È una gara dura ed è andata bene perché abbiamo corso sempre con l'asciutto. Non oso immaginare quanto sarebbe stata più difficile se ci fossero state tappe sotto la pioggia come nelle passate edizioni”. La scelta di Taroni è stata la stessa di Mirco Bettini (quarto nella generale e terzo fino all'ultimo stage) come di parecchi altri. Ma alla Gibraltar 2019 si sono viste anche moto di più recente concezione, come la nuovissima Ktm 790 Adventure R, sulla carta uno dei migliori compromessi possibili per affrontare sia le impegnative speciali che i lunghi trasferimenti. David Zimmermann non ha sfigurato (ottavo al traguardo), con una condotta di gara accorta e senza incontrare alcun inconveniente. Stessa moto anche per Maurizio Gazzola e Omar Sartor, rispettivamente 36esimo e 46esimo in generale.
Missione compiuta infine anche per Laura Cola, 48esima in sella alla scommessa Royal Enfield e Karian Van Roest (Bmw R1200GS), vincitrice della classifica femminile.

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