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Crisi Fantic Motor: colpa (anche) dell'elettrico. A rischio pure Minarelli

Causa debiti crescenti Fantic è entrata in composizione negoziata. Crescono le preoccupazioni per l'occupazione anche della controllata Motori Minarelli. La nuova governance, l’ingresso di investitori strategici e la mano tesa di Emil Banca lasciano però ben sperare 

Crisi Fantic Motor

Il gruppo veneto Fantic Motor è in composizione negoziata della crisi. Un passaggio obbligato e determinato da un peggioramento progressivo dei conti che ha messo a rischio non solo l’azienda madre, ma anche la controllata Motori Minarelli (ceduta da Yamaha nel 2020) e lo stabilimento di Calderara, dove lavorano circa 200 operai oggi in contratto di solidarietà. Le difficoltà sono numerose, ma ci sono anche  tutta la volontà e la possibilità per uscirne.  

Una "bolla pronta a esplodere"

I numeri raccontano una fase critica: dal 2022 al 2023, il gruppo ha registrato una perdita netta vicina ai 30 milioni di euro, a fronte di un utile del 3,8% appena un anno prima. I debiti bancari e verso i fornitori hanno superato i 137 milioni di euro, mentre la marginalità è svanita sotto il peso di costi operativi sempre più alti e di una rete distributiva fragile. Un quadro aggravato dalla concorrenza cinese, dalla crisi generalizzata del settore e, non ultimo, da scelte industriali rivelatesi poco efficaci, come gli investimenti nella mobilità elettrica durante il periodo pandemico. Le e-Bike e gli scooter elettrici prodotti e poi invenduti, sono rimasti nei magazzini, generando squilibri fiscali e tensioni con i fornitori. La situazione si è fatta via via più tesa, fino ad arrivare all’attuale fase di gestione straordinaria.

Nuova governance e azionariato rafforzato

Nel tentativo di uscire dalla crisi, a fine 2024 Fantic aveva affidato il rilancio a Maurizio Roman, ma problemi di salute sopraggiunti hanno rallentato il piano. Il gruppo ha quindi optato per una ristrutturazione della governance, nominando due amministratori delegati con deleghe distinte: Costantino Sambuy, manager con esperienze in Aprilia, Piaggio e Peugeot e Gianni Nardelotto, manager di VeNetWork e incaricato di seguire la parte di finanza straordinaria. Obiettivo prioritario del Gruppo è quello di tutelare e mantenere la continuità operativa e aziendale del proprio business, salvaguardando così i dipendenti, le relazioni con i dealer e con i creditori (in primis gli istituti bancari e i fornitori), il cui sostegno rappresenta un pilastro fondamentale per il futuro della società. “Con il ricorso allo strumento della Composizione Negoziata della Crisi (CNC) – hanno dichiarato Sambuy e Nardelotto – stiamo lavorando per recuperare nei prossimi mesi un equilibrio economico finanziario per superare il difficile contesto economico che stiamo attraversando. Parallelamente a ciò si predisporrà un nuovo piano industriale che determini una strategia di continuità e sviluppo sostenibile per il Gruppo nel tempo”

Nuovi investitori e supporto di Emil Banca 

In parallelo alla nuova direzione, Fantic ha rafforzato la propria struttura societaria. Accanto a VeNetWork, acceleratore d’impresa con sede in Veneto, è entrato anche il gruppo Buzzi Unicem, attore industriale “di peso” che ha investito nel capitale per sostenere la ripartenza. Non solo: in aiuto a Minarelli è intervenuta anche Emil Banca, che ha promesso pieno supporto: Dall’anticipo della cassa integrazione senza interessi -  ha detto Gian Luca Galletti, presidente Emil Banca –all’assistenza alle situazioni debitorie personali e familiari in caso di eventuale disoccupazione, al supporto a percorsi di outplacement, fino all’eventuale sostegno a progetti imprenditoriali e/o di lavoro autonomo provenienti dalla libera iniziativa di lavoratrici e lavoratori. Insomma, non vogliamo restare a guardare, se possiamo essere utili, siamo a disposizione per parlarne”. 

Calderara in attesa, ma c'è uno spiraglio 

La crisi, è chiaro, non riguarda solo l'azienda in sé, ma anche e soprattutto le persone che ci lavorano.  Nello stabilimento Motori Minarelli si teme il peggio, anche se al momento non ci sono segnali della chiusura. I sindacati parlano di “ferita ancora aperta”, ricordando il precedente del 2017, quando 70 dipendenti furono licenziati. Tuttavia, anche le parti sociali riconoscono che il dialogo con l’azienda è sempre stato trasparente. Fantic Motor, dal canto suo, conferma l’intenzione di tutelare la continuità aziendale, mantenendo operativi gli stabilimenti e salvaguardando i rapporti con dipendenti, fornitori e dealer. La situazione, insomma, resta complessa, ma non irreversibile. Il nuovo assetto manageriale, il supporto di investitori industriali e banche nonché l’adozione di strumenti di gestione della crisi potrebbero segnare un punto di svolta. Fantic ha dalla sua parte la volontà di ripartire, la capacità industriale e l’accesso a nuove risorse.


 

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danieleprandelli
Mer, 16/07/2025 - 21:16
Dare tutto in mano ai cinesi non ha funzionato? Peccato. Mi spiace per i lavoratori.