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Con l'AMSAS Yamaha non si cade

La sigla sta per Advanced Motorcycle Stabilization Assist System, ed è un sistema capace di intervenire per evitare la caduta del veicolo. Vediamo come funziona

Il maggior contributo che si può dare alla sicurezza in moto è non cadere. L’affermazione è banale ma Yamaha sta studiando il modo per metterla in pratica con l’aiuto della tecnologia, e con questo prototipo AMSAS l’obiettivo si avvicina. La sigla è l’acronimo di Advanced Motorcycle Stabilization Assist System, cioè Sistema Avanzato di Assistenza per la Stabilizzazione della Motocicletta, e identifica un dispositivo capace di intervenire per evitare la caduta del veicolo.

 

Due sistemi per restare in equilibrio

È stato applicato a una Yamaha R25, l’equivalente della R3 che potete trovare dai concessionari italiani, ma può essere utilizzato su qualunque moto . Gli elementi fondamentali di cui è costituito sono due: un sistema di assistenza alla sterzata operato da un attuatore che all’occorrenza può ruotare automaticamente il manubrio per tenere la moto in equilibrio, e un motore elettrico sulla ruota anteriore che fornisce stabilità a bassa velocità.

 

Provato nel cross

Non sorprendetevi: già dall’anno scorso la Casa di Iwata ha montato su alcune delle sue moto da cross un sistema di servosterzo-ammortizzatore di sterzo attivo, e questa ne sarebbe la naturale evoluzione. Il motorino elettrico sulla ruota anteriore invece sembra a uno stadio meno avanzato, almeno a giudicare dall’ingombro (e probabilmente dal peso) del gruppo montato sulla ruota anteriore; però aiuta la stabilità all’avvio e all’arresto della moto, e anche quando si procede a una velocità inferiore 5 km/h. Agisce in base ai dati proveniente da un’unità di misura inerziale a sei assi analoga a quelle che vengono usate per governare traction control e ABS cornering, e fa muovere il veicolo avanti e indietro quanto serve per mantenere l’equilibrio da fermo.

Ecco il motore elettrico montato sulla ruota anteriore

 

Guardatevi il video

Se la cosa vi lascia perplessi, sarete più convinti dopo avere visto questo video diffuso sul canale YouTube di Yamaha: le immagini sono eloquenti anche senza bisogno di conoscere la lingua giapponese.

 

Comunemente i motociclisti sono orgogliosi e qualcuno potrebbe ritenersi offeso dall’idea di mettere in discussione la sua abilità alla guida, ma le statistiche parlano chiaro: secondo la Casa dei Tre Diapason il 10% degli incidenti in moto è dovuto a “errori di riconoscimento”, il 17% a “errori di decisione” e il 5% a ”errori operativi. Per eliminarli è necessario che il veicolo prenda il sopravvento quando il conducente cerca di effettuare una manovra errata. Ci sono quattro livelli di intervento: “previsione assistita del pericolo”, “previsione del danno e guida difensiva assistita”, “manovre di guida evasiva assistite” e “riduzione del danno”.

Al momento siamo a metà del percorso. Il project leader Akitoshi Suzuki afferma che: “Da qui in poi lavoreremo per ridurre le dimensioni dei vari componenti, poiché vogliamo sviluppare il sistema in una piattaforma che non sia solo per le moto, ma possa essere adattata anche a un'ampia gamma di altre applicazioni di mobilità personale, come le biciclette”.

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