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Tourist Trophy, una storia lunga oltre un secolo

La gara su strada più famosa al mondo nacque ufficialmente nel 1907 e ha attraversato tutto il Novecento: in tutti questi anni, l’Isola di Man è diventata un smbolo del motociclismo più appassionato e più folle, con i giri record che ormai hanno superato abbondantemente i 200 km/h
Follie tra i marciapiedi e lampioni
Il TT nacque a inizio Novecento come gara tra automobili per divenire poi una gara tra moto. La scelta del luogo – l’Isola di Man – fu obbligata: un bando del governo inglese, infatti, proibiva gare motociclistiche su strada nel Regno. La prima competizione a due ruote si tenne nel 1905: era la International Motor-Cycle Cup Race, gara di cinque giri (125 miglia) vinta da J.S. Campbell su Ariel in 4 ore, 9 minuti e 36 secondi a una media di 48,24 km/h. Dopo una parentesi in Austria si tornò sull’Isola di Man nel 1907 con due categorie (monocilindriche e bicilindriche), su un percorso di 15 miglia. Al tracciato attuale si arrivò, dopo varie modifiche, nel 1911: si corse sullo Snaefell Mountain Course la neobattezzata “Isle of Man TT Race”, con due categorie, la Junior TT (riservata alle monocilindriche da 300 cc e alle bicilindriche fino a 340 cc) e la Senior TT (monocilindriche fino a 500 cc e delle bicilindriche fino a 585 cc). Allora come oggi si correva tra le case, gli steccati, i marciapiedi, e i lampioni, in precarie condizioni di sicurezza e col meteo spesso nemico. Oggi l’anello stradale misura 37,73 miglia, ossia 60 chilometri e 720 metri e viene ripetuto per sei volte nelle classi principali e per tre o quattro in quelle minori. E una sessantina di curve sulle oltre 200 totali sono dedicate ai piloti che vi hanno compiuto le maggiori imprese o che vi hanno perso la vita in incidenti di gara. Le categorie subirono ulteriori modifiche negli anni (l’obbligo del casco arrivò solo nel 1914, quando ci fu la prima delle 226 vittime del TT: Frank Walker, pilota della Royal Enfield che perse la vita all'ultimo giro contro una barriera di legno). Dopo la parentesi della Prima guerra mondiale, nel 1923 fu introdotta la categoria Sidecar TT e l’anno successivo la Ultra-Lightweight TT, per moto fino a 175 cc. Gli anni Trenta videro l’affermazione della gara come evento mondiale; il 1939 vide la prima vittoria della Benelli nella Lightweight con Ted Mellors. Nel 1947, dopo la Seconda guerra mondiale, fu introdotta la categoria Clubmans TT. Nel 1959 arrivo sull’Isola la prima moto giapponese in gara: era la Honda di Naomi Taniguchi, che finì sesto nella Ultra-Lightweight TT. L’anno prima aveva debuttato un diciottenne che avrebbe fatto parlare di sé: Mike Hailwood. Altra affermazione di un marchio italiano avvenne nel 1969: la prima vittoria di Ducati arrivò con una Mach 1, grazie a Mike Rogers. Tra il 1949 e il 1976 il TT fu parte del Motorcycle Grand Prix World Championship, e il main event del British Grand Prix. Il 1972 fu un anno nero: morì l'italiano Gilberto Parlotti, che aveva vinto il GP della Germania dell'Ovest e il GP di Francia, e deciso di partecipare al TT per distanziare il rivale in classifica, Angel Nieto. Fu un duro colpo per il miglior amico di Parlotti, Giacomo Agostini, già 10 volte trionfatore al TT (dal 1966 con l'MV Agusta al 1972, sempre con MV Agusta), che decise di non partecipare mai più alla gara. L’albo d’oro della gara è dominato da Joey Dunlop (scomparso il 2 luglio 2000 a Tallin) che al TT ha vinto ben 26 volte, seguito da John McGuinness (ancora in gara quest’anno), con 20 vittorie. Terzo posto per Mike Hailwood e Dave Molyneux (14); seguono Steve Hislop e Phillip McCallen (11), Giacomo Agostini, Robert Fischer, Ian Lougher e Stanley Woods (10).
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