Superbike ad Aragón, il gigante Razgatlıoğlu fa paura
Questo weekend si corre il round Spagna, Razgatlıoğlu e la BMW sembrano sempre più saldi in vetta alla classifica iridata. Nicolò Bulega e la Ducati sono come Davide contro il gigante Golia
La lotta continua ma c’è da combattere un gigante alto 3 metri. Questo weekend si corre il round Spagna, 10ª prova del mondiale Superbike, e Toprak Razgatlıoğlu e la BMW sembrano sempre più saldi in vetta alla classifica iridata. Arrivano con un vantaggio di 39 punti e una striscia di 12 vittorie consecutive, in questo momento il turco pare inaffondabile: il pronostico è tutto per lui, intenzionato a confermarsi campione del mondo prima di passare in MotoGP. Si corre sulla pista di Aragón dove lui non ha mai vinto ma non c’è da farci troppo conto, ha dimostrato già altre volte che il fattore campo non gli fa caldo né freddo.
Cosa può fare Bulega?
Nicolò Bulega e la Ducati sono come Davide contro il gigante Golia, sconfiggerlo è difficile ma non impossibile. Fino ad ora, su tutte le piste è stato il binomio italiano a contendere la vittoria a Razgatlıoğlu e di successi ne ha già conquistati 8; nemmeno Bulega ha mai vinto ad Aragón ma se c’è qualcuno che può riuscire nell’impresa è proprio lui. L’importante è riuscire a trovare velocemente il setting giusto di una moto che è veloce ma non facile da mettere a punto.
Petrucci e Locatelli da non sottovalutare
Tutti gli altri sono costretti ad inseguire ma ci sono personaggi che è bene non sottovalutare. A partire da Danilo Petrucci, il migliore dei privati con la Ducati del team Barni. Ha finito 7 volte sul podio ed è terzo in campionato ma soprattutto è carico come una molla perché il prossimo anno sarà lui a sostituire Razgatlıoğlu sulla BMW ufficiale.
Attenzione anche ad Andrea Locatelli che lo segue in campionato. È di gran lunga il migliore dei piloti Yamaha ma soprattutto è l’unico che sia riuscito a conquistare una vittoria a parte i due “nemici per la pelle” che guidano il campionato. È spessissimo nel gruppo degli inseguitori ed ha già dimostrato di essere capace di dare il colpo di reni. Alvaro Bautista che gli alita sul collo, staccato di soli 6 punti, è una specie di UFO: a volte è velocissimo, a volte troppo indietro nonostante abbia la Ducati ufficiale come Bulega. Non ha più lo smalto di un ragazzino ma l’orgoglio lo spinge ancora, e qualche volta pompa forte.
I Lowes sono imprevedibili
Gli ultimi dai quali ci si può aspettare una sorpresa sono i due gemelli Lowes, imprevedibili come un serpente dentro un cesto che può scattare fuori da un momento all’altro, oppure no. Sam più volte è stato protagonista con la Ducati del team Marc VDS ma gli manca la continuità, Alex sta cominciando a raccogliere i frutti del lavoro con la Bimota e nell’ultimo round disputato, in Francia, è salito due volte sul podio. Il suo compagno di squadra Axel Bassani fatica un po’ di più ma non si può dimenticare che solo un paio d’anni fa aveva vinto la classifica dei privati. Il potenziale c’è.
Il potenziale lo avrebbe anche Andre Annone ma troppe volte sembra perdere la strada nella ricerca del setting. Degli italiani restano Yari Montella, protagonista di alcuni begli exploit al primo anno nel Mondiale, e Michael Ruben Rinaldi, alla ricerca di un feeling che tarda ad arrivare.
Quel feeling che non ha mai trovato fino in fondo nemmeno Jonathan Rea, al punto che a fine stagione il vecchio leone lascerà le corse. Ma prima di farlo sta cercando di lasciare ancora qualche unghiata…