Dakar, tra un mese tutti in gara in Arabia Saudita
Daniel Sanders (KTM) rimane il favorito, ma Honda schiera uno squadrone capace di puntare al bersaglio grosso. L'Italia schiera i propri "magnifici sette", che sperano di ritagliarsi un momento di gloria
Con oggi siamo entrati nell'ultimo mese che ci separa dalla Dakar 2026, la 48esima nella storia del più importante rally del pianeta, la settima in Arabia Saudita. Tutto è pronto, con i mezzi in viaggio verso il Medio Oriente: dal 3 gennaio, con il prologo di Yanbu, si apriranno le danze.
Il tracciato
La conoscenza profonda del territorio in passato non ha evitato ai partecipanti di vivere esperienze difficili in termini di logistica e scelta del percorso, talvolta funestato da un maltempo difficilmente prevedibile. Con l'obiettivo di rendere meno massacrante la gara e contenere i costi, quest'anno le tappe a margherita saranno ben quattro e tanto la partenza quanto l'arrivo andranno in scena a Yanbu, sulle coste del Mar Rosso.
Un anello di 8.000 chilometri, di cui 4.900 a cronometro, farà da teatro a quella che lo stesso Casterà ha definito “una delle edizioni più complete e bilanciate di sempre”. 325 veicoli si schiereranno al via il 3 gennaio prossimo e torneranno alla partenza il 17, dopo avere attraversato l’intero Paese, con l'eccezione quest'anno dell'Empty Quarter. 118 saranno le moto e 207 le vetture, suddivise nelle varie categorie FIA (72 Ultimate, 37 Challenger, 43 SSV, 8 Stock e 47 camion). A questi si aggiungono 97 veicoli iscritti nella Dakar Classic - 74 auto e 23 camion- pronti a rivivere la leggenda con un tracciato record di 7.348 chilometri.
Una Dakar più facile?
Come accennato sopra, il percorso 2026 non si addentrerà nello sconfinato deserto dell’Empty Quarter, teatro di tanti colpi di scena nelle precedenti edizioni. La sabbia però non mancherà. “Quest’anno abbiamo voluto ottimizzare l’esperienza acquisita, senza stravolgere la corsa - ha spiegato il direttoe David Casterà. Non mancheranno le sfide. Tra le novità, le due tappe marathon, un ritorno alla corsa delle origini quando i piloti, affrontavano le insidie del deserto senza i team di assistenza come li intendiamo oggi. Non solo, i percorsi separati tra auto e moto che complicano tantissimo il lavoro di stesura dei road book, renderanno la gara delle auto ancora più interessante e il rally in generale più sicuro”.
I big in gara
Tra le moto, KTM ha nella Dakar il suo rifugio, un luogo sportivo dove le angosce economiche sembrano arrivare quasi completamente smorzate. L’australiano Daniel Sanders parte da favorito: dopo avere conquistato lo scorso gennaio la sua prima Dakar, si è aggiudicato anche il titolo di campione del mondo rally-raid, per quel che può valere. Insieme a lui Luciano Benavides ed Edgar Canet, che l'anno scorso ha mostrato a tutti il proprio talento.
Honda però ha tutte le carte per tornare protagonista, con una formazione a quattro punte di alto rango. Toscha Schareina ha vinto il rally del Marocco, Ricky Brabec non ha perso velocità e Adrien Van Beveren ha dalla sua parte l'esperienza, così come Skyler Howes. Non si può poi più sottovalutare Hero Motorsports con Ross Branch, secondo nel 2024, Ignacio Cornejo e il giovane talento Tobias Ebster. Tra le squadre ufficiali iscritte non mancherà Sherco.
La Dakar vedrà anche il ritorno di Mr Dakar, Stephane Peterhansel, sul nuovissimo Land Rover Defender, al debutto nella categoria. “Non sarà facile, dobbiamo restare modesti, ma partiamo con il desiderio di fare il miglior risultato possibile”.
Gli italiani
Non mancheranno i nostri piloti, sempre pronti a dare battaglia e a tentare di ritagliarsi un posto al sole. Paolo Lucci sarà al via con RSMoto, Tommaso Montanari con Solarys Racing, Cesare Zacchetti ancora una volta sarà il portacolori numero uno di Kove Italia, affiancato dalla giovane promessa Andrea Gava. Tiziano Internò parteciperà con un progetto del tutto particolare: correrà nella Malle Moto, rinunciando addirittura alle casse con il materiale di ricambio per portare con sé tutto il necessario. Tra gli altri italiani in gara anche Manuel Lucchese e Mattia Riva. A tutti loro va un grande in bocca al lupo, perché la Dakar rimane sempre la sfida più estrema da affrontare.