Solo pista
Fa un certo effetto pensare che la Yamaha R6 venne presentata nel 1999, cioè ben 21 anni fa ed è ancora sulla breccia. Fa ancora più effetto pensare che l’anno prossimo verrà sospesa la produzione della R6 omologata per la circolazione stradale, e la regina delle Supersport verrà costruita soltanto nella versione da pista. Ha vinto titoli mondiali in quantità e quest’anno Andrea Locatelli l’ha portata all’ennesima iride con una stagione da record, ma i motociclisti stradali si stanno orientando verso categorie meno sportive. Dunque a Iwata si sono concentrati sullo sviluppo di una versione esclusivamente da pista, destinata alle competizioni e agli smanettoni da circuito: si chiamerà R6 Race, non sarà omologata per l’uso stradale e sarà disponibile presso i concessionari Yamaha a partire da gennaio 2021.
Le sue caratteristiche di base sono note: motore quattro cilindri in linea di 599 cm³ con distribuzione doppio albero a camme in testa, raffreddamento a liquido e valvole in titanio; telaio Deltabox in alluminio con sottotelaio in magnesio, sospensioni anteriore e posteriore KYB e la dotazione elettronica di prammatica, controllo di trazione, ride-mode selezionabili e acceleratore ride-by-wire.
Ma stiamo parlando di una moto destinata alle competizioni, e quindi da gennaio 2021 sarà disponibile anche il kit GYTR (Genuine Yamaha Technology Racing): si tratta di parti speciali per migliorare le prestazioni, sviluppate lavorando a contatto con i team e i piloti collaudatori. In esso sono compresi un pacchetto elettronico con cablaggio racing e centralina elettronica programmabile, il sistema di aspirazione Air Intake System che impiega direttamente l’aria esterna proveniente dalla grande presa, e lo scarico Akrapovic in titanio. Fanno parte del kit anche il plexiglass da gara WSS, i tubi freni in acciaio inossidabile e l’emulatore ABS GYTR che consente lo smontaggio della pompa ABS. In più numerose altre parti richieste dai regolamenti, quali le protezioni della leva freno anteriore e della corona posteriore, e altri dettagli. Per chi vuole esagerare ci sono anche componenti Öhlins per personalizzare la ciclistica a proprio gusto.
Fa un certo effetto pensare che la Yamaha R6 venne presentata nel 1999, cioè ben 21 anni fa ed è ancora sulla breccia. Fa ancora più effetto pensare che l’anno prossimo verrà sospesa la produzione della R6 omologata per la circolazione stradale, e la regina delle Supersport verrà costruita soltanto nella versione da pista. Ha vinto titoli mondiali in quantità e quest’anno Andrea Locatelli l’ha portata all’ennesima iride con una stagione da record, ma i motociclisti stradali si stanno orientando verso categorie meno sportive. Dunque a Iwata si sono concentrati sullo sviluppo di una versione esclusivamente da pista, destinata alle competizioni e agli smanettoni da circuito: si chiamerà R6 Race, non sarà omologata per l’uso stradale e sarà disponibile presso i concessionari Yamaha a partire da gennaio 2021.
Le sue caratteristiche di base sono note: motore quattro cilindri in linea di 599 cm³ con distribuzione doppio albero a camme in testa, raffreddamento a liquido e valvole in titanio; telaio Deltabox in alluminio con sottotelaio in magnesio, sospensioni anteriore e posteriore KYB e la dotazione elettronica di prammatica, controllo di trazione, ride-mode selezionabili e acceleratore ride-by-wire.
Ma stiamo parlando di una moto destinata alle competizioni, e quindi da gennaio 2021 sarà disponibile anche il kit GYTR (Genuine Yamaha Technology Racing): si tratta di parti speciali per migliorare le prestazioni, sviluppate lavorando a contatto con i team e i piloti collaudatori. In esso sono compresi un pacchetto elettronico con cablaggio racing e centralina elettronica programmabile, il sistema di aspirazione Air Intake System che impiega direttamente l’aria esterna proveniente dalla grande presa, e lo scarico Akrapovic in titanio. Fanno parte del kit anche il plexiglass da gara WSS, i tubi freni in acciaio inossidabile e l’emulatore ABS GYTR che consente lo smontaggio della pompa ABS. In più numerose altre parti richieste dai regolamenti, quali le protezioni della leva freno anteriore e della corona posteriore, e altri dettagli. Per chi vuole esagerare ci sono anche componenti Öhlins per personalizzare la ciclistica a proprio gusto.