Yamaha XT500 by Purpose Built Moto: il mito diventa retrocross
L’ormai leggendaria monocilindrica di Iwata continua a solleticare l’estro di preparatori e customizzatori. Tra le ultime special nate su base XT500 ecco quella preparata dagli australiani di Purpose Built Moto: un restomod aggressivo, curato nei minimi dettagli, che rinnova - ma non stravolge - l’anima del mito Yamaha
Un’altra XT500 made in Australia
A cinquant’anni dal debutto, l’XT500 vive oggi una “seconda giovinezza” grazie ai tanti appassionati che, partendo da modelli ormai datati, danno vita a nuove ed ardite interpretazioni. Tra questi gli australiani di Purpose Built Moto che, incaricati da un cliente della Florida, si sono messi al lavoro sul modello che vedete in foto. Diamogli un’occhiata più da vicino…
Una base “difficile”
Pur avendo ormai una formula collaudata per ciò che riguarda le enduro vintage, il team PBM ha questa volta dovuto affrontare qualche sfida in più. “Siamo partiti da una moto incidentata, modificata male e ricostruita peggio”, ha spiegato a Bikeexif Tom Gilroy, fondatore e mente creativa di Purpose Built Moto. “In pratica, avevamo a disposizione solo motore, telaio e serbatoio”. Con la moto smontata pezzo per pezzo, Tom e soci hanno iniziato dal telaio.
Prima di tutto la ciclistica

Per le sospensioni anteriori si sono rivolti come sempre a Costanza Racing Tuned, che ha fornito una forcella moderna da motocross, mentre al posteriore sono stati montati ammortizzatori YSS su misura. Da notare come le piastre forcella, realizzate appositamente, abbiano un offset decisamente ridotto rispetto all’originale. Per le ruote, PBM con cerchi Excel su mozzi Haan, hanno misure di 21” davanti e 18” dietro, aggiornata quest’ultima con freno a disco Brembo ed entrambe calzate da gomme Dunlop 606. “Abbiamo messo a punto una ricetta che ci permette di dare a queste moto un assetto più alto e aggressivo, aumentando la luce a terra e migliorando la guida sia su strada che in fuoristrada”, ha detto Tom. Ma il bello deve ancora arrivare.
Il cuore della XT

Messa a punto la ciclistica, si è passati al motore. Il monocilindrico Yamaha è stato completamente rifatto e potenziato con kit maggiorato, pistone ad alta compressione, alberi a camme sportivi, valvole maggiorate e lavorazione dei condotti della testa. Sono stati inoltre aggiornati il sistema di lubrificazione, l’albero motore, la frizione (ora rinforzata), nonchè il carburatore, sostituito con un Mikuni pumper. Stesso discorso per l’impianto elettrico, modernizzato con l’introduzione di un sistema a 12 Volt e dell’avviamento elettrico Xstart. Altro intervento - so sinota subito guardano la moto - ha riguardato lo scarico: “ho trovato un silenziatore DG perfetto per lo stile che cercavo”, ancora Tom. “Abbinato a un collettore FMF PowerBomb dava alla XT il suono giusto; ho solo dovuto realizzare a mano il raccordo e il tubo intermedio: volevo qualcosa di aggressivo e moderno, così ho progettato un collettore più spigoloso che si infila dietro il fianchetto e sale fino al terminale alto. Il silenziatore ben in vista è una parte essenziale dell’estetica vintage: nelle moto moderne è sempre nascosto, ma io volevo che qui fosse protagonista, spezzando la linea del parafango proprio come piace a me”.
Plastiche e dettagli

Un mix intelligente di componenti originali e parti realizzate a mano. PBM ha mantenuto il serbatoio Yamaha, rielaborandolo per adattarlo alla forcella più robusta. Anche i fianchetti laterali sono originali, “troppo belli per non usarli”, mentre davanti sono stati realizzati da zero il cupolino, il parafango e le coperture forcella in alluminio, integrando tra l’altro un bellissimo faro LED da 4,5” abbinate a frecce home made. Dietro, è stato invece accorciato e ripulito il parafango in acciaio originale, dove trovano posto le luci posteriori (anch’esse firmate PBM) con indicatori integrati. Nel cockpit trovano posto manubrio e leve ProTaper, pulsanti PBM, gas e manopole Domino.

Qualche differenze di vedute invece sulla verniciatura: il cliente desiderava la classica livrea gialla Yamaha, ma PBM non voleva ripetersi. “Abbiamo invertito la palette e creato una XT500 dark horse”, spiega Tom. “Nera, con dettagli gialli e bianchi, speed block e filetti sottili: una combinazione sobria ma di grande effetto, che dà alla moto un tocco moderno e una presenza su strada ancora più decisa”.
Il risultato è tutto da vedere…
E a a proposito di XT500: Desert Queen: la moto madre della Parigi Dakar e miracolosamente ritrovata